Vacanze vs. viaggi, come cambia il turismo
Secondo il Codacons, causa crisi nonché la scarsa fiducia sull’economia dell’Italia, anche quest’anno le vacanze estive non saranno una priorità. Eppure, incrociando i dati di Confesercenti, c’è da supporre che per la prima volta dal 2010 si registrerà una ripresa del turismo grazie all’aumento dei vacanzieri. Confrontando le previsioni sulle partenze delle famiglie nel 2014 con i dati sulle vacanze nel periodo pre-crisi, il Codacons osserva che nel 2008 il 45% degli italiani, circa 29 milioni di persone, aveva effettuato almeno un viaggio nel periodo luglio-settembre. Questa estate, considerati gli stessi mesi, “solo” circa 20 milioni di cittadini si concederà la vacanza. Insomma, in sei anni il numero di italiani in viaggio nel periodo estivo si è ridotto di nove milioni di individui, con una riduzione del 31% tra il 2008 e il 2014. Questa estate, osserva ancora il Codacons, sarà un italiano su tre ad andare in viaggio.
Dati contraddittori
In verità le cifre che emergono dall’indagine Confesercenti-SWG differiscono, e di molto anche. Gli italiani che hanno pianificato un viaggio saranno il 64%, vale a dire circa 27 milioni di persone. E, al contrario, sarà uno su tre a restare a casa. In compenso calerà la spesa complessiva dei vacanzieri, scendendo a 21,5 miliardi di euro che significa 3,2 miliardi in meno rispetto allo scorso anno (-13%). Inoltre diminuisce la durata della vacanze. Quest’anno, infatti, gli italiani trascorreranno fuori casa in media 11 giorni, contro i 12 dello scorso anno e i 14 del 2008.
In sostanza, chiosa Confesercenti, per il 45% degli italiani quella del 2014 sarà ancora “un’estate di stagnazione” e sebbene il numero dei vacanzieri cresca per la prima volta dal 2010 (+6%, cioè 1.542.000 di persone in più), la spesa media per persona registra un calo non indifferente (-18% su base annua), attestandosi a 788 euro.
La generazione del nuovo millennio e il turismo
La generazione del nuovo millennio, come viene definita quella compresa tra i 16 e i 34 anni, risulta più interessata ai viaggi all’estero rispetto a quelle precedenti. Stando alle stime delle Nazioni Unite, riprese dal magazine statunitense The Atlantic, il 20% di tutti i turisti internazionali, quasi 200 milioni, sono giovani per un fatturato, tenendo conto del segmento demografico, oltre 180 miliardi di dollari, con un incremento di quasi il 30% rispetto al 2007. Tale situazione, solo in parte contraddittoria, deriva dalla crescita dei redditi nei mercati emergenti e un maggiore impegno da parte dei giovani provenienti dalle economie avanzate a non rinunciare ai viaggi nonostante l’attuale periodo di incertezza.
Non solo. Dalle interviste della World Youth Student and Educational (WYSE) Travel Confederation (un campione di 34 mila persone sparse per 137 paesi), si comprende come i giovani oggi non siano più tanto interessati alle tradizionali vacanze di mare, ma ambiscano dal 2007 a mete più lontane e a periodi di turismo più lunghi (la durata media del viaggio è di circa 58 giorni), preferendo ostelli ad alberghi (probabilmente anche per il risparmio).
Le destinazioni preferite quest’anno e le preoccupazioni per l’economia italiana
Tornando al caso italiano, tra le destinazioni estere più appetibili la Spagna è in testa e anche la Croazia va forte. In Italia la Puglia è di gran lunga la meta preferita. Il mese ideale per andare in vacanza resta agosto. Per Confesercenti, rispetto al 2013, scendono dal 53% al 42% coloro che rinunciano alla vacanza perché troppo cara e dal 44% al 40% il condizionamento delle disponibilità economiche sulle scelte dei luoghi per la villeggiatura. Sono le coseguenze di un trend generale, per cui è in diminuzione la preoccupazione per lo stato di salute dell’economia italiana. La paura di perdere il proprio posto di lavoro passa però dal 12 al 14%.
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