Stati Uniti: disoccupazione scende al 6,1%
Mentre lo scacchiere internazionale tiene in apprensione la Casa Bianca (tanto per far capire il clima: il governo statunitense ha annunciato che verranno adottate nuove misure di sicurezza per i voli diretti e riguarderanno anche gli aeroporti – anche se non è stato specificato quali – degli altri continenti). Sul fronte dell’economia, almeno, Obama può tirare un sospiro di sollievo. È vero che i dati sono contraddittori (la settimana scorsa il Dipartimento del Commercio comunicava la contrazione del Pil del 2,9% nel primo trimestre dell’anno, negli stessi giorni in cui il mercato immobiliare registrava un’impennata che non si verificava da anni), ma sul fronte dell’occupazione le cose vanno meglio del previsto.
Nel mese di giugno, infatti, negli Stati Uniti sono stati creati 288 mila nuovi posti di lavoro, quando gli analisti ne attendevano 215 mila. Il tasso di disoccupazione è sceso a quota 6,1% dal 6,3% di maggio.
Tuttavia soltanto il 62,8% degli americani è occupato o in cerca di lavoro, una porzione che è ai minimi da oltre 30 anni. Inoltre c’è anche da sottolineare che la creazione di nuovi posti di lavoro è trainata dai settori con retribuzioni inferiori. Il retail ha creato 40 mila posti e il turismo 39 mila, il settore manifatturiero 16mila e le costruzioni seimila. La retribuzione media nel settore privato è salita di sei centesimi a 24,45 dollari, il 2% in più rispetto a un anno fa.
Anche se il dato sull’occupazione “è incoraggiante”, ha commentato Jason Furman, presidente del Council of Economic Advisers della Casa Bianca, “molte famiglie stanno ancora facendo i conti con la disoccupazione di lungo termine e i salari sono stagnanti da decenni”.
“Nella prima metà dell’anno – ha quindi aggiunto – sono stati creati 1,4 milioni di posti di lavoro, il massimo per i primi sei mesi di un anno dal 1999”.