Fassino: “I comuni hanno fanno sacrifici maggiori dello Stato e delle Regioni”
“Per molte amministrazioni la situazione finanziaria è estremamente precaria ma pochi si rendono conto che i Comuni in questi anni hanno affrontato sacrifici maggiori dello Stato centrale o delle Regioni. Basta guardare alle cifre. Tra il 2008 e il 2013 i comuni hanno avuto una riduzione di risorse per 17 miliardi di euro. Una metà dovuti a minori trasferimenti dello Stato centrale, un’altra metà come contributi al patto di stabilità interno sotto forma di versamenti o di tagli. Mi pare una somma rilevante e questo ha messo in difficoltà tutti i Comuni. I dati Istat dimostrano che nel periodo 2008-2013 la spesa pubblica dei Comuni è scesa, mentre la spesa dello Stato è aumentata. Negli anni non tutte le giunte hanno dimostrato la stessa capacità e efficienza di gestione, ma il peso caricato su di noi e’ stato molto maggiore. Il debito pubblico dei Comuni è il 2,5% del debito pubblico totale e la spesa è il 7,6% della spesa dello Stato. Il problema dei conti pubblici non siamo noi. Non si possono far fallire città come Roma o Napoli, credo che su questo tutti concordino. E’ giustificato che ci siano trattamenti ad hoc, con prestiti del governo e misure per evitare di forzarle a dichiarare dissesto. E’ comprensibile, ma a una condizione: devono esserci anche dei vincoli finanziari che garantiscano che tra uno o due anni Roma o Napoli non si trovino di nuovo nella situazione di prima, obbligate a chiedere un altro aiuto straordinario”, lo spiegail presidente dell’Anci, Piero Fassino, nel corso di un’intervista a Repubblica.