Le sanzioni alla Russia
La crisi ucraina è (anche) un salasso per la Russia di Vladimir Putin. Perché la sanzioni imposte a Mosca pesano e non poco sull’economia con il rischio di compromettere accordi commerciali già in essere. Un problema che preoccupa altri Paesi, ad esempio la Germania che teme come le sanzioni possano fare arretrare le esportazioni verso la Russia di circa il 10%, per una perdita stimata dagli analisti di quattro miliardi di fatturato. E alcune settimane fa il Financial Times, citando i diplomatici europei, scriveva che anche l’Italia non sarebbe particolarmente d’accordo con il mantenimento di un atteggiamento estremo nei confronti della Russia. Ma alla fine le sanzioni dell’Ue, pesanti peraltro, sono arrivare e colpiranno i settori dell’energia, finanza e difesa.
Il clima è da guerra fredda, per quanto la letteratura ci sguazzi (il più delle volte a sproposito) su questi temi. Ma le accuse che arrivano dagli Stati Uniti, con la Casa Bianca convinta della responsabilità russa rispetto alla crisi dell’area, l’abbattimento del volo MH17 che ha inasprito ulteriormente i rapporti, le sanzioni imposte (talvolta a malincuore, abbiamo visto) dall’Ue creano condizioni poco favorevoli per un dialogo che sia risolutivo nel breve periodo. Ci si attacca a qualsiasi cosa: il vicepremier britannico Nick Clegg ha proposto di candidare Londra al Mondiale di calcio del 2018 al posto della designata Russia. E la questione sportiva non è da sottovalutare, ripensando alle polemiche che anticiparono le recenti Olimpiadi invernali di Sochi.
Intanto, a gravare sulle casse di Mosca, ci si è messa anche la Corte permanente di arbitrato dell’Aja che ha stabilito che vengano risconosciuti 50 miliardi di dollari in danni (più 60 milioni di dollari per le spese legali) a GML Ltd, l’azionista di maggioranza dell’ex Yukos Oil Company, nella causa di espropriazione del colosso petrolifero avvenuta nel 2005. Dunque viene confermata la tesi per cui all’epoca furono avanzate ad hoc delle false accuse contro l’ex oligarca Mikhail Khodorkovsky, oppositore del presidente Vladimir Putin. Il Financial Times ricorda questo come uno dei maggiori risarcimenti della storia ai danni di uno Stato.