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“Troppe tasse mortificano la crescita”

tasse_spesa_pubblicaÈ dell’Italia il record mondiale della pressione fiscale effettiva. Secondo i calcoli dell’Ufficio studi Confcommercio, diffusi in occasione del convegno Tagliamo le tasse non tassiamo la crescita. Indice di civiltà per un Paese moderno, la pressione è infatti pari al 53,2% del Pil, al netto dell’ economia sommersa che è intorno al 17,3% del prodotto interno lordo. Si tratta di una percentuale che supera quella di tutti i maggiori Paesi nel mondo, superiore dunque anche a quella di Paesi che hanno notoriamente una forte pressione fiscale come Danimarca (51,3%) e Francia (49,5%). A livelli molto più bassi si collocano la Gran Bretagna con il 40%, la Spagna 37,6%, l’ Irlanda al 32,5%, il Canada al 31,2% e gli Usa al 27,7%, Paesi dove l’economia sommersa rtispetto al Pil ha un’incidenza di gran lunga inferiore rispetto a quella italiana. In Italia la pressione fiscale apparente, invece, è pari al 44,1% del Pil. Secondo il Rapporto Fiscalità e crescita economica dell’Ufficio Studi Confcommercio, a fronte di un auemento della pressione fiscale in Italia del 5% dal 2000 al 2013, il Pil procapite è sceso del 7%. In Germania nello stesso periodo la pressione fiscale è diminuita del 6% mentre il Pil reale procapite è aumentato del 15%. In Svezia, paese fuori dall’Ue ad esempio, la pressione fiscale nello stesso periodo è scesa del 14% e il Pil reale procapite è aumentato del 21%.

Troppe tasse, minore crescita
Tutto ciò ha una ripercussione sui comportamenti dei consumatori, fa notare la Confcommercio poiché una pressione fiscale eccessiva mortifica la crescita. Anche se per la seconda parte dell’anno è previsto un miglioramento sul fronte dei consumi (+0,2%) dettato ancora dall’effetto 80 euro in più in busta paga. Ma, si avverte, le stime potranno essere tagliate se non si innesca il meccanismo per cui più fiducia, più consumi. Per il 2015, tuttavia, Confcommercio stima una crescita del Pil allo 0,9% con i consumi in ripresa dello 0,7%.

Il peso dell’economia illegale secondo il modello Sec 2010
Tornando al sommerso economico, si è detto che in Italia è pari al 17,3% del Pil e l’imposta evasa ammonterebbe a circa 154 miliardi di euro (il 55% di 280 miliardi di imponibile evaso), un cifra che si riferisce al 2008 ma che si considera costante e che posiziona ancora una il nostro paese al primo posto nel mondo davanti a Messico e Spagna. Inoltre, ricorda la Confcommercio, che a partire da ottobre 2014 tutti i paesi dell’Ue adotteranno il Sec 2010, che terrà conto del Pil e degli aggregati di bilancio, comprese infine le attività illegali (traffico di sostanze stupefacenti, servizi della prostituzione e contrabbando sigarette o alcol). A tale proposisto, secondo le elaborazioni di Confcommercio, 1,5 punti riguarderebbe proprio l’economia illegale. Il rapporto debito/Pil passerebbe così al 129,7% dal 134,9% stimato dal governo.

 

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