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Quanto costerebbe alla Gran Bretagna uscire dall’Ue?

di Mirko Spadoni

David_Cameron_-_World_Economic_Forum_Annual_Meeting_2011Boris Johnson, sindaco di Londra, sostiene di avere buoni motivi per sperare nell’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea. “Fuori dall’Ue – sostiene il primo cittadino londinese – la capitale crescerebbe molto più velocemente”. Un affermazione corroborata da un rapporto stilato dal suo consigliere economico, Gerard Lyons. Lo studio in questione prende in considerazione tre scenari. Il primo: la Gran Bretagna rimane all’interno di un’Unione europea riformata, il Pil di Londra passerebbe così – in soli 20 anni – da 350 miliardi di sterline a 640, contro i 495 all’interno di un’Ue non in grado di cambiare. Il secondo: la Gran Bretagna esce, mantenendo però un regime di mercato libero, il Pil della capitale britannica crescerebbe così a 615 miliardi nel 2034. Infine, il terzo ed ultimo scenario: “Il nostro studio – ha commentato domenica Lyons, parlando al Sunday Telegraph – mostra che è sicuramente una valida opzione per il Regno Unito”. Eppure, osserva La Repubblica, il sindaco di Londra e il suo consigliere ignorano un particolare: uscendo dall’Ue, la capitale britannica rischia di perdere 1,2 milioni di posti di lavoro. “La miniera di impieghi – osserva infatti il quotidiano – si alimenta con la presenza di multinazionali e la libera circolazione dei lavoratori”.

Il parere del Centre for European Reform e il referendum del 2017
Secondo un rapporto del Centre for European Reform (The economic consequences of leaving the Ue), far parte dell’Unione europea ha garantito alla Gran Bretagna molti vantaggi (un aumento del 55% degli scambi con gli altri Paesi membri, ad esempio) ed un’eventuale uscita comporterebbe enormi danni all’economia britannica. Conseguenze che non sembrano preoccupare l’attuale premier britannico, David Cameron, che lo scorso anno riuscì a far approvare dal Parlamento (con 304 voti a favore e zero contrari) una proposta di legge che chiede un referendum entro il 2017 e con il quale dare ai cittadini britannici la possibilità di scegliere se restare o meno all’interno dell’Unione europea. Piccolo appunto: nel 2016, si terranno le elezioni e un futuro governo non conservatore sarà libero di annullare la consultazione.

Cinque inglesi su dieci vogliono abbandonare l’Ue
Come la pensano i cittadini britannici? Secondo un recente sondaggio del Mail on Sunday, il 47% si dice favorevole ad abbandonare l’Unione europea contro il 39% che auspica invece di continuare a farne parte. Un’eventualità – la prima – che in molti vogliono scongiurare, Berlino prima di tutti: “Storicamente, politicamente, democraticamente, culturalmente, il Regno Unito è – aveva ribadito il ministro delle Finanze tedesco Wolfang Schäuble in un’intervista al Financial Times – assolutamente indispensabile all’Europa”.

 

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