Gli italiani tra banchi di scuola e vacanze
Con buona pace del sindaco di Forte dei Marmi, l’anno scolastico inizierà come da programma. Il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, ha infatti (gentilmente) rispedito al mittente la richiesta di posticipare l’inizio delle elezioni per favorire il turismo, un settore in difficoltà ormai da tempo. Nel 2013, ad esempio e secondo il rapporto Viaggi e vacanze in Italia e all’estero dell’Istat, i residenti nel nostro Paese hanno effettuato 63 milioni e 154 mila viaggi con pernottamento, contro i 78 milioni e 703 mila dell’anno precedente (-19,8%). Un trend negativo, avviato nel 2009, “che – ha spiegato l’istituto di statistica – nel corso del quinquennio ha comportato una perdita di quasi 60 milioni di viaggi (209 milioni di notti)”. E quest’estate le cose non sembrano essere andate meglio. Oltre al fattore climatico, “che – come chiosato il 2 agosto dal presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca –
condizionato negativamente i mesi di giugno e luglio”, il settore ha risentito negativamente della decisione di molti italiani di trascorrere le proprie ferie all’estero. L’aumento del numero di chi si è concesso una vacanza, passato dai 26,8 milioni del 2013 ai 28 milioni del 2014, “è andato in prevalenza a beneficio delle destinazioni estere”, spiegava Bocca. “E in ogni caso –concludeva il presidente Federalberghi – ci lascia ben lontani dai 33,2 milioni del 2011”.
Ma la ripresa del settore turistico non passerà attraverso “il posticipo dell’apertura” dell’anno scolastico, “che – ha spiegato il ministro – potrebbe danneggiare le famiglie”. “Le scuole – ha proseguito Giannini – nella loro autonomia possono chiedere lievi variazioni rispetto al calendario regionale, a patto di garantire i 200 minimi di lezione previsti per legge. Nella maggior parte dei casi – ha osservato il ministro – le richieste riguardano aperture anticipate che consentono di programmare pause flessibili nel corso dell’anno scolastico. In questo caso, invece, la richiesta di segno opposto potrebbe entrare in contrasto con gli impegni delle famiglie, nostre vere interlocutrici, dove spesso entrambi i genitori sono impegnati al lavoro”.
Quindi l’anno scolastico avrà inizio come da programma. E così i primi a prendere posto nelle rispettive aule saranno gli alunni della provincia di Bolzano e Trento, rispettivamente l’8 e il 10 settembre. Quelli dell’Abruzzo e della Valle d’Aosta avranno la loro prima lezione l’11 settembre. Discorso diverso per gli alunni di Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Umbria, Veneto che rientreranno dalla pausa estiva il 15 settembre. Due giorni più tardi (il 17 settembre) sarà il turno degli studenti di Sicilia e Puglia.
Ma indipendentemente dal giorno di inizio dell’anno scolastico, molte famiglie italiane saranno chiamate ad affrontare una spesa superiore a quella degli anni precedenti. Secondo una stima dell’Osservatorio nazionale della Federconsumatori, ogni ragazzo costerà mediamente 506,50 euro per il corredo scolastico (+1,4% rispetto allo scorso anno) e 529,50 euro per libri e dizionari (+1,6%). Nello specifico: un alunno di prima media affronterà una spesa massima di 990,50 euro (484 euro per libri di testo e dizionari oltre a 506,50 euro per il corredo scolastico e ricambi). Uno studente di primo liceo sarà chiamato ad una spesa superiore: 1.305,50 euro tra libri di testo e dizionari (799 euro) e corredo scolastico e ricambi (506,50 euro).