Quanto costano le sanzioni contro la Russia
Bruxelles lavora per ampliare le sanzioni contro Mosca. Con effetti inevitabili sulle economie dei Paesi coinvolti. Mercoledì la Commissione europea ha infatti discusso e adottato le proposte trasmesse poi al Consiglio, che dovrà prendere la decisione finale. Le sanzioni, che dovranno essere comunicate venerdì, sono destinate a colpire gli stessi settori relativi alle misure adottate il 31 luglio scorso: accesso ai mercati finanziari e a specifici prodotti, armamenti, beni a doppio uso (civile e militare) e tecnologie ‘sensibili’ (principalmente nel settore energetico). Sanzioni che almeno inizialmente sembravano non preoccupare i diretti interessati: i cittadini russi. Secondo un sondaggio del centro Levada, il 61% confessava di non esserne preoccupato. Eppure oltre alle già citate sanzioni, alle vittime e agli sfollati (oltre mezzo milione, secondo le stime riferite mercoledì dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite), la crisi ucraina sta avendo ripercussioni inevitabili sulle economie europee. Ad esempio: l’Italia sta subendo un danno complessivo sulle importazioni agroalimentari di circa 200 milioni di euro, secondo quanto riferito da mercoledì dal ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina. La Francia ha invece deciso di non consegnare alla Russia la prima delle due portaelicotteri Mistral, commissionate – per 1,2 miliardi di euro – da Mosca nel giugno del 2011. Oltre alla vendita delle due navi, l’accordo prevedeva anche il trasferimento di diversi sistemi tecnologici per circa 220 milioni di euro e la formazione degli equipaggi russi. Mentre in Germania “si teme – come scrivevamo qualche giorno fa su T-Mag – una perdita di quattro miliardi complessivi di fatturato, considerando che 300 mila posti di lavoro dipendono dai rapporti commerciali con la Russia”.
Ma a soffrire è anche il settore turistico: il numero dei russi, che hanno trascorso le proprie vacanze in Europa, è sceso del 30% rispetto alla scorsa estate, secondo quanto riferito nella giornata di mercoledì dal primo ministro Dmitri Medvedev. Un calo che non ha comunque riguardato l’Italia, Bulgaria e Spagna. “Tuttavia – ha infatti spiegato il premier – questo è compensato da un aumento del flusso verso le destinazioni del Sud Europa e in Asia”.
“Il turismo russo – osservava in recente rapporto la Farnesina – è piuttosto destagionalizzato, mantenendo una certa costanza durante tutto l’arco dell’anno. I periodi di maggiore affluenza sono: estate, per soggiorno in località balneari (46,5%); vacanze invernali, specie in località sciistiche (12,5%)”.
Anche l’Ucraina deve però fare i conti con quanto sta accadendo all’interno dei propri confini. Kiev potrebbe avere infatti bisogno di un ulteriore finanziamento da 19 miliardi di dollari, secondo quanto sostenuto dal Fondo monetario internazionale. Fondi che si andrebbero così ad aggiungere a quelli (17 miliardi di dollari) già concordati – in cambio di riforme economiche radicali, blocco agli aumenti salariali del settore pubblico e aumento dei prezzi dell’energia – in aprile. Eppure insufficienti per frenare la caduta del PIL, attesa attorno al 6,5%, e un’inflazione al 19%.