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La Francia dice no all’austerity

michel_sapin_francia_austerityDi economia “deteriorata” ha parlato il ministro Pier Carlo Padoan, e a ben vedere è una condizione che coinvolge non solo l’Italia ma l’Europa tutta. Una parziale conferma arriva anche dall’indice Pmi che nel complesso scende nell’eurozona a 50,3 punti a settembre rispetto ai 50,5 della precedente stima e dai 50,7 di agosto, toccando perciò i livelli minimi da 14 mesi a questa parte. Ad ogni modo se l’Italia, con il governo Renzi, si era fatta portavoce di una rinnovata politica anti-austerità verso Bruxelles, a fare la voce grossa è soprattutto la Francia. Parigi ha infatti deciso di respingere qualsiasi ipotesi di misure particolarmente stringenti, prevedendo nella legge di bilancio per il 2015 un deficit che per l’anno in corso si attesterà al 4,4% del Pil (al 4,3% l’anno prossimo). Per il 2016 è atteso al 3,8% e nel 2017 rientrerà nei parametri del 3%, al 2,8%. Per il 2019 è previsto il pareggio di bilancio. La posizione francese contrasta con quanto comunicato in precedenza, ma il governo spiega in una nota che “il deficit sarà ridotto più lentamente del previsto a causa delle circostanze economiche”.
La nota di aggiornamento al Def (Documento di economia e finanza), approvata nella serata di martedì dal Consiglio dei ministri, rivede al ribasso gli indicatori economici dell’Italia, ma assicura – a differenza del caso francese – il rispetto dei vincoli. Intanto il Pil viene indicato in calo dello 0,3% (ad aprile era stato stimato a +0,8%). Tornerà in crescita nel 2015 a +0,6%. Il deficit sale al 3%, ma non oltre, e scenderà al 2,9% l’anno prossimo. Il pareggio di bilancio avverrà nel 2017, anche se ad aprile era stato individuato il 2016 come termien. Il debito pubblico arriverà al 131,6% del Pil nel 2014 e al 133,4 nel 2015. Non aspettiamoci miglioramenti sul fronte del lavoro, jobs act a parte. La disoccupazione è difatti stimata al 12,6% quest’anno e al 12,5% per il 2015.
La Francia “ribelle”, anche più ribelle dell’Italia quindi, ad ogni modo ritiene “senza precedenti” l’impegno del governo a tagliare 50 miliardi di euro altrimenti destinati alla spesa pubblica entro il 2017 (ma la spesa pubblica registrerà un incremento dello 0,2%.) Il debito pubblico della Francia giungerà nel 2016 al 98% del Pil, mentre il calo è previsto a partire dal 2017.
Intanto l’Eurostat attesta la disoccupazione nell’Ue a 28 al 10,1% ad agosto e all’11,5% nell’eurozona.

 

1 Commento per “La Francia dice no all’austerity”

  1. […] che si sta per concludere, la settimana dei paesi ribelli. Per la verità di un solo paese ribelle, la Francia, che ha detto chiaro e tondo, con buona pace di Angela Merkel e di Bruxelles, che non rispetterà […]

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