I benefici economici di un matrimonio gay
In Italia le cose vanno diversamente che negli Stati Uniti. Lunedì, la Corte Suprema americana ha respinto i ricorsi contro le nozze tra persone dello stesso sesso presentati da cinque Stati (Indiana, Oklahoma, Utah, Virginia e Wisconsin). Una decisione che potrebbe stupire solo parzialmente. Nel giugno del 2013 la Corte Suprema statunitense si era già espressa in merito, giudicando incostituzionale il Defense of Marriage Act, la legge federale che riconosceva come tale solo il matrimonio tra un uomo e una donna, garantendo soltanto alle coppie eterosessuali i diritti e i benefici dell’unione. Unione tra persone dello stesso sesso al momento consentita in diciannove Stati americani (Connecticut, Delaware, Iowa, Maine, Maryland, Massachusetts, Minnesota, New Hampshire,New York, New Jersey, Rhode Island, Vermont, Stato di Washington, California, Illinois, Hawaii, Nuovo Messico, Oregon, Pennsylvania e Wisconsin e nella capitale Washington, D.C.). Piccolo appunto: nel 2013, le coppie dello stesso sesso negli States erano circa 690.000 di cui 124.000 avevano deciso di sposarsi, secondo quanto riferito dal Williams Institute dell’Università della California.
In Italia, l’unione tra persone dello stesso sesso non è possibile: la legislazione del nostro Paese non prevede né il matrimonio né l’unione civile per le coppie omosessuali, che sono così costrette a celebrare il proprio matrimonio laddove è consentito (qualche esempio: Argentina, Belgio, Canada, Spagna, Paesi Bassi, Portogallo, Danimarca, Francia e Regno Unito) per poi tornare in Italia, dove ultimamente alcuni comuni (Bologna, Milano e Grosseto) hanno deciso di trascrivere sui registri dello stato civile le unioni tra persone dello stesso sesso, celebrate oltre confine.
Una decisione che non convince del tutto il ministro dell’Interno, Angelino Alfano. “Questa mattina – ha annunciato martedì il titolare del Viminale, intervenendo a RTL – firmerò una circolare che invierò ai prefetti per chiedere la cancellazione delle trascrizioni dei matrimoni tra persone dello stesso sesso fatti all’estero. Queste trascrizioni fatte da alcuni sindaci non sono conformi alle leggi italiane”. Una posizione, quella espressa dall’ex ministro della Giustizia, contraria alle unioni gay e in linea con buona parte dell’opinione pubblica italiana: secondo un studio dell’ISTAT del 2011 (La popolazione omosessuale nella società italiana), il 56,1% degli italiani non crede sia giusto “che una coppia omosessuale si sposi se lo desidera”. Il 43,9% è invece a favore.
Eppure le unioni gay – laddove consentite – hanno anche un notevole impatto sull’economia del Paese sia in termini prettamente monetari (secondo il Williams Institute, parte dei 9.842 matrimoni celebrati nel solo Ohio negli ultimi tre anni avrebbero generato entrate pari a 45,3 milioni di dollari soltanto nel primo anno) sia in termini di produttività: secondo una recente indagine di Fabrizio Botti dell’Università di Perugia e Carlo D’Ippoliti della Sapienza di Roma pubblicata sul Journal of Behavioral ad Experimental Economics (Don’t ask don’t tell (that you’re poor). Sexual orientation and social exclusion in Italy), nascondere le proprie tendenze sessuali, con l’intento di evitare atteggiamenti discriminatori da parte dei colleghi, impedisce al lavoratore omosessuale di esprimersi al meglio con inevitabili ripercussioni (negative) sulla propria produttività.
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