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Le misure previste dalla legge di Stabilità

matteo_renziUna manovra da 36 miliardi di euro (6 miliardi in più rispetto ai 30 annunciati), ma con “18 miliardi di tasse in meno”, come spiegato dal premier Matteo Renzi al termine del Consiglio dei ministri che ha approvato la legge di Stabilità. Queste invece sono le coperture pensate dall’esecutivo: 15 miliardi verranno raccolti attraverso la spending review, 3,6 miliardi di tassazione delle rendite finanziarie, 3,8 miliardi dalla lotta all’evasione, 600 milioni di euro dalla banda larga e un miliardo dalle slot machine. Mentre 11,5 miliardi saranno garantiti da un maggiore spazio di manovra sul deficit. “Passeremo – ha infatti spiegato il presidente del Consiglio – dal 2,2% al 2,9% di rapporto deficit/PIL”. Senza per questo sforare il tetto del 3% imposto dal trattato di Maastricht.

Il bonus da 80 euro e il taglio dell’IRAP
Il governo conferma gli 80 euro, che da bonus aggiuntivo si ‘trasformano’ in una detrazione. Un cambiamento necessario: così facendo gli 80 euro diventano una minore entrata, non una maggiore uscita in linea con le indicazioni dell’Unione europea.
Eliminata per sempre (a partire dal 2015) la componente lavoro (per cinque miliardi di euro). Un taglio che si aggiunge a quello già attuato nel 2014 e pari al 10%.

Aiuti alle famiglie e sgravi fiscali per chi assume
Le aziende che assumeranno nuovi dipendenti potranno godere di uno sgravio fiscale sui contributi a loro carico, che saranno azzerati per tre anni sui neo-assunti. Una misura possibile grazie ai fondi stanziati dal governo (circa due miliardi di euro) e necessaria – almeno secondo le previsioni dell’esecutivo – per ridurre il tasso di disoccupazione, che ad agosto ha toccato quota 12,3% (dati ISTAT).
La manovra prevede anche aiuti per le famiglie, con sconti per 500 milioni di euro. I nuclei familiari con figli potranno godere di un sostegno fino al terzo anno di età, mentre a quelli più numerosi verrà riconosciuta l’esenzione dai ticket.

Confermato il TFR in busta paga
Confermato il trasferimento del TFR in busta paga per chi lo richiederà. In pratica: le imprese riceveranno (in anticipo) dalle banche i soldi necessari per pagare il TFR in busta paga. Una volta ricevuta la richiesta dal dipendente, le aziende dovranno prima rivolgersi all’INPS per certificare il diritto alla prestazione, che dovrà poi essere trasmessa agli istituti di credito. Concluso il finanziamento – e in caso di mancata restituzione della somma da parte dell’azienda – la banca potrà/dovrà rivolgersi all’INPS per ottenere quanto dovuto. “Il provvedimento, previo decreto attuativo e successivo protocollo tra ministeri competenti e ABI, dovrebbe essere operativo a metà 2015 con effetto retroattivo dall’inizio dell’anno”, come sottolineato dal Corriere della Sera. Piccolo appunto: secondo quanto comunicato dall’ABI, le banche avranno la possibilità di decidere o meno se partecipare all’iniziativa.

Quasi quattro miliardi dalla lotta all’evasione
Il governo ha deciso di cambiare modus operandi nella lotta all’evasione fiscale, che dovrebbe – secondo le stime dell’esecutivo – garantire 3,8 miliardi di euro. “La lotta contro l’evasione – ha spiegato il premier Matteo Renzi – non si fa fermando i clienti che escono dai negozi, ma incrociando le banche dati”. Cambieranno così i controlli fiscali: l’Agenzia delle Entrate metterà a disposizione del contribuente nuovi flussi di dati per aiutarlo/incentivarlo all’auto-correzione. Una volta corretta – in totale autonomia – la propria posizione fiscale, il contribuente potrà godere di una riduzione delle sanzioni, che potranno essere ancora più consistenti qualora l’auto-regolarizzazione avvenisse entro 90 giorni. Ad oggi, la normativa prevede una riduzione delle sanzioni a 1/8 del minimo solo entro un anno. Un miliardo verrà invece garantito dalle slot machine e 600 milioni dalla banda larga.
La manovra prevede anche un ulteriore aggravio fiscale di 12 miliardi di euro per fondi pensione e fondazioni. Soldi che si vanno ad aggiungere ai 2,4 miliardi previsti dalla tassazione delle rendite dello scorso anno.

Nuove risorse per l’istruzione, ricerca e sviluppo
Stanziati 500 milioni di euro per il credito d’imposta sugli investimenti in ricerca e sviluppo. Per stabilizzare 149 mila precari, la manovra prevede anche un miliardo di euro (140 milioni dei quali verranno garantiti dalla riforma delle commissioni per gli esami di maturità, composte soltanto da insegnanti interni). Non è stata inserita quindi alcuna risorsa extra, come auspicato dal ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. Soldi necessari per dotare le scuole di reti wi-fi (45 milioni di euro su tre anni) e i 100 milioni per l’alternanza scuola lavoro.

 

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