Manifatturiero in ripresa solo dal 2015
Alla fine del 2014 il fatturato del settore dell’industria manifatturiera italiana si presenterà in calo dello 0,2% rispetto allo scorso anno. Una diminuzione, secondo Intesa San Paolo, legata alla “debolezza della domanda sui mercati interno e esterno” che ha messo un freno alla ripresa emersa nel 2013.
Migliori le stime per il biennio 2015-2016 per il quale si prevede una crescita dell’1,9% (+1,8% nel 2015 e +1,9% nel 2016).
“A fronte di una domanda per consumi in fase di stabilizzazione e prevista in lento recupero, condizionata anche nei prossimi anni dalle difficoltà reddituali di molte famiglie – si legge nel Rapporto Analisi dei Settori Industriali – , è soprattutto la componente estera a trainare il manifatturiero italiano. Nonostante una domanda mondiale in rallentamento, gli esportatori italiani hanno mantenuto buone performance, confermando il primato di crescita tra i maggiori concorrenti mondiali: nel primo semestre del 2014 solo la Polonia riesce a registrare ritmi di sviluppo delle vendite estere migliori di quelli italiani”.
Secondo le stime, al fianco di un miglior contesto internazionale, si svilupperà un’accelerata dell’export manifatturiero italiano, tanto che, per il prossimo biennio, ci si aspetta un surplus pari a 100 miliardi di euro.
Nonostante le esportazioni degli ultimi anni siano andate abbastanza bene, ciò non è bastato, a differenza dei cicli economici passati, a sostenere “acquisti di macchinari e mezzi di trasporto, attesi registrare una contrazione anche nel 2014. Nonostante le misure incentivanti e un grado di utilizzo degli impianti non molto lontano dai livelli medi di lungo periodo, sembra essersi indebolita la relazione tra esportazioni ed investimenti, fondamentale per rafforzare la ripresa ciclica”.
Una ripresa che, avvisa Intesa San Paolo, ci sarà solo se le imprese italiane confermeranno, rinnovando, “i successi ottenuti negli ultimi anni”. Successi che sono stati il frutto di una stretta sinergia tra le classiche competenze manifatturiere e rinnovata capacità competitiva alimentata, tra le altre cose, dal ricambio del tessuto produttivo.