Sempre meno fiducia nel futuro
Sono oltre tre milioni i disoccupati, circa 1.780.000 gli inattivi perché scoraggiati a cui si aggiungono altri tre milioni di italiani disposti a lavorare ma che non cercano occupazione attivamente. In tutto si parla di un capitale umano inutilizzato pari a quasi otto milioni di individui. Queste le cifre contenute nel 43esimo rapporto sulla situazione dell’Italia stilato dal Censis.
In particolare il centro studi racconta una situazione ormai radicata da diversi anni nel nostro Paese: i giovani continuano a essere i più penalizzati dalla crisi economica, il Sud continua a sprofondare, gli investimenti esteri non decollano e la situazione del Paese non dà margini di fiducia agli Italiani.
Quest’ultimo aspetto è testimoniato dal fatto che si fanno sempre meno figli (per otto su dieci la colpa proprio della crisi) e che si risparmia sempre di più, o almeno ci si prova. Un risparmio però che non va ad incentivare i consumi ne tanto meno gli investimenti. I soldi messi da parte diventano infatti un tesoretto per la tutela propria e del proprio nucleo familiare. A giugno 2014 la massa finanziaria, sotto forma di contanti o depositi bancari, ammontava a 1.219 miliardi di euro.
Guardando invece al quadro degli investimenti è possibile notare come sia diminuita l’attrattività italiana per i capitali stranieri tra il 2007 e oggi. Nel giro di sette anni si è infatti registrata una contrazione del 60%. Prima della crisi economica le entrate degli investimenti diretti nel nostro Paese erano di circa 30 miliardi di euro all’anno, nel 2013 la cifra è scesa a 12,4 miliardi. Al contrario non perde però attrattività il Made in Italy alimentare, di abbigliamento, di arredo casa e di automazione, aumentato di 30 punti percentuali tra il 2009 ed il 2013.
Tornando invece al quadro occupazionale, nel Rapporto il Censis sottolinea l’aumento dell’occupazione over-50 a discapito della popolazione minore di 50 anni. Mentre la quota di occupati ultra 50enni è cresciuta del 19,1%, quella dei più giovani è scesa dell’11,5%.
Sono, dunque, proprio i più giovani i più penalizzati dalla crisi economica: i disoccupati della fascia di età 15-34 anni rappresentano il 50,9% dei disoccupati totali. I Neet sono in continua crescita. Si è passati dalle 1.832.000 unità del 2007 alle 2.435.000 del 2013.
Nonostante l’Italia si sia lasciata alle spalle il periodo peggiore della crisi economica (lo pensa il 47% degli intervistati) permane comunque un alone di sfiducia nei confronti della situazione del Paese, tanto che il 60% del campione è ancora convinto che chiunque possa finire in povertà.