E’ il manifatturiero a trainare l’export
Grazie alla vendita verso i Paesi esteri di prodotti in legno, ma anche grazie al comparto dell’abbigliamento, a quello dell’alimentare e a quello degli articoli in pelle, il manifatturiero italiano, in particolare quello delle piccole e micro imprese, sta crescendo sempre più.
Per “micro” e “piccole” imprese si intendono quelle aziende che contano, rispettivamente, meno di dieci e 50 addetti e hanno un fatturato annuo inferiore a due e dieci milioni di euro.
Nel corso dei primi nove mesi dell’anno il valore dell’export manifatturiero di questa tipologia di imprese è cresciuto del 3,3% rispetto allo scorso anno. Si parla dunque di 2,4 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2013. Cifra che porta il valore delle esportazioni di prodotti delle micro e piccole imprese italiane a 75,4 miliardi di euro.
L’Intera produzione manifatturiera italiana esportata all’estero, nel corso del 2014, ha raggiunto un valore pari a 282,5 miliardi di euro, riportando una crescita dell’1,7% rispetto all’anno precedente. Si nota dunque come il valore dei prodotti esportati dalle 243.218 piccole e micro imprese sia cresciuto quasi il doppio, andando a rappresentare il 26,7% del totale delle esportazioni manifatturiere.
In particolare la crescita maggiore è stata registrata dal settore dei prodotti in legno, che tra gennaio e settembre 2014 ha riportato un +4,8% nel valore delle esportazioni. Seguono, con incrementi simili, gli articoli in pelle, con un +4,4%; quelli di abbigliamento, +4,1%; e quelli alimentari, +3,2%.
Gran parte delle nostre esportazioni manifatturiere, in particolare il 54,9%, è destinato a raggiungere i mercati europei, dove si è registrato un incremento del 4,2%. Il Paese che ha più apprezzato i prodotti delle piccole e micro imprese italiane è stato la Spagna, che ha riportato una crescita de 7,2% rispetto ai primi nove mesi del 2013. Ottimi risultati anche in Polonia, dove è stato registrato un +6,3%; nei Paesi Bassi, +5,3%; e in Germania, +4,1%.
La nota dolente arriva dalle esportazioni verso Russia dove, a causa della crisi con l’Ucraina e delle sanzioni, arriva il 10,4% di prodotti in meno rispetto a un anno prima. Importanti, invece, gli aumenti, del 9% e del 6,9%, riscontrati dalle vendite verso Asia orientale e Stati Uniti.
Tra le regioni esportatrici il rapporto mette in evidenza il 5,5% messo a segno dalle imprese piemontesi. Notevole anche la crescita di quelle venete, +4,4%; di quelle friulane, +4%; e di quelle lombarde, +3,6%.
Alessandria è invece, grazie ad un +21,9%, la provincia che ha riportato la crescita di esportazioni maggiore. Segue, ben lontana, Como con un +13,3%. Belluno, con una crescita del 12,6%, ha registrato l terza crescita maggiore; mentre Firenze, con l’8,1% in più, la quarta.