Le differenze salariali nel nostro Paese
La consistenza di una retribuzione lorda (o netta) dipende dal livello di studio del lavoratore, dalla sua età, dal settore in cui è impiegato e dalle sue le qualifiche professionali. Ma non solo. Molto dipende anche dal genere (una donna guadagna meno rispetto ad un collega uomo) e dal luogo di lavoro: al Nord gli stipendi sono più alti rispetto a quelli percepiti nelle regioni centro-meridionali. Vediamo di quanto.
In Italia, secondo il JP Salary outlook 2015 di Job Pricing, nel corso del 2014 un lavoratore dipendente ha percepito una retribuzione annua lorda media di 28.977 euro: un dato in linea con quello rilevato dall’Organizzazione della Cooperazione economica (OCSE), secondo cui il nostro Paese è in nona posizione tra i partner della zona euro.
Il salario varia a seconda dell’incarico ricoperto. Mediamente un dirigente guadagna così 107.021 euro lordi: circa il doppio di quanto riconosciuto ad un quadro (53.914) e molto di più rispetto a quanto guadagnato nell’arco di dodici mesi da un impiegato (31.122) o un operaio (23.913 euro). Per quanto meno marcate, le differenze restano anche quando dalla paga lorda si passa a quella netta: su 13 mensilità, un operaio guadagna mediamente 1.327 euro netti al mese, un impiegato 1.660, un quadro 2.553 e un dirigente 4.257 euro.
E così in Italia, dove secondo l’ISTAT il tasso annuo di crescita dei salari registrato nel 2014 è stato il più basso dal 1982, pochi sono i lavoratori che riescono a percepire una paga superiore ai 100.000 annui: l’1,2% del totale. La maggior parte guadagna infatti molto meno: il 75% ha un stipendio compreso tra i 18 e i 34 mila euro.
Oltre alle differenze territoriali (al Nord gli stipendi sono più alti del 19,8% rispetto a quelli meridionali) lo studio ha evidenziato, infatti, anche quelle dovute al genere (una donna percepisce in media il 6,7% in meno rispetto ai colleghi uomini) e all’età del lavoratore. Gli under 24 hanno una paga media di poco superiore ai 21 mila euro contro gli oltre 44 mila riconosciuti a chi è, invece, a fine carriera: il 107% in più. Del resto, complici diversi fattori come gli scatti di anzianità e di carriera, lo stipendio tende ad aumentare in base all’età anagrafica.
Altrove le cose vanno diversamente. In Germania, osserva chi ha condotto il report, l’incremento retributivo si concentra nel corso dei primi dieci anni di carriera per poi decrescere una volta compiuti i 50 anni. Nel nostro Paese, il salario d’ingresso medio fino ai 28 anni è poco superiore ai 21 mila euro contro i 26-27 mila di Germania. Una volta ottenuto un primo impiego, sostiene invece DataGiovani, il salario di un lavoratore con meno di trent’anni oscilla tra i 1.000 e gli 800 euro, attestandosi mediamente a 848 euro.
(articolo pubblicato il 19 febbraio 2015 su TGCOM24)