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Su l’e-commerce, ma in pochi vendono online

di Matteo Buttaroni

ecommerceÈ dal 2009 che in Italia gli acquisti online crescono a doppia cifra, quello che però non cresce è il numero di imprese che vendono con quelle modalità, perdendo così competitività e privando il Made in Italy di un risalto internazionale che tramite la rete arriverebbe più facilmente.
Secondo Netcomm, che ha presentato la scorsa settimana i dati delle sue ricerche alla Camera dei Deputati in occasione del Convegno L’e-commerce: un’opportunità di sviluppo per l’economia italiana, il fatturato dell’e-commerce è cresciuto di circa un 20% costante anno su anno tra il 2009 e il 2014, passando dai 5,7 miliardi di euro del primo anno preso in considerazione ai 13,3 di sei anni dopo.
Un andamento che si può osservare anche negli indici della vendita al dettaglio: oggi l’e-commerce vale il 3,5% del totale delle vendite retail (contro il 2,6% del 2013). Una forte crescita si registra nel settore dell’editoria, dove la penetrazione delle vendite digitali è salita al 7% nel 2014 dal 4% dell’anno prima (+34%); in quello dell’informatica, dal 7,5% al 10,5% (+31%); e abbigliamento, dal 2,9% al 4% (+25%).
Nonostante i vantaggi del commercio online siano evidenti le imprese nostrane non riescono però a tuffarsi nella mischia e a competere nel mercato internazionale. Questo perché, oltre a mancare un’adeguata copertura finanziaria per gli investimenti, le imprese italiane si trovano a fronteggiare anche una debole offerta di banda larga.
Stando ai dati del Rapporto NetRetail gli italiani che hanno acquistato in rete almeno una volta nella vita sono 21,8 milioni. 16 milioni invece gli internauti che hanno fatto un acquisto nell’ultimo trimestre del 2014 e dieci milioni gli “e-consumer” abituali. Numeri possibili grazie ad una crescente familiarità con i servizi online, grazie ad un miglioramento dei servizi relativi a trasporto e consegna dei prodotti acquistati, ma anche grazie alla crescita dell’offerta da parte del mercato online, sia per quanto riguarda la varietà dei prodotti che la qualità dei servizi offerti.
Importante anche il ruolo giocato dal mobile. Il 20% dell’e-commerce riguarda infatti acquisti effettuati tramite smartphone e tablet. Solo il fatturato degli acquisti da smartphone si aggira intorno agli 1,2 miliardi di euro (il 9% del totale) e ha registrato un incremento del 100% rispetto a un anno prima.
Secondo il Rapporto E-commerce Europe gli acquirenti globali sono 1,2 miliardi e la spesa complessiva del 2013 è tata di 1.200 miliardi di euro. L’Europa appare come l’area più virtuosa con 363 miliardi di euro, seguita dall’America settentrionale con 33 miliardi. Ottima anche la risposta cinese: l’e-commerce in Cina vale oggi 247 miliardi di dollari ed ha prospettive di crescita pari al 95%.

(articolo pubblicato il 23 febbraio 2015 su Tgcom24)

 

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