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Come funziona il Fondo di garanzia per la casa

giovani-prima-casa-1Il Fondo di garanzia per la prima casa è pienamente operativo. Momentaneamente il piano, varato per facilitare l’erogazione di un mutuo per acquistare la prima casa o per svolgervi interventi di ristrutturazione e accrescimento energetico, sembra ottenere gli effetti sperati.
Secondo l’Associazione bancaria italiana (Abi), durante il primo mese di piena operatività del piano varato dal governo, tante sono state le richieste presentate per usufruire del Fondo: a febbraio, sono stati così erogati 27,7 milioni di euro di nuovi mutui.
Il Fondo è stato istituito nel 2011. Tuttavia, in occasione dell’ultima legge di Stabilità, il governo Renzi ne ha modificato alcuni punti con l’intento di facilitare i finanziamenti. Nel complesso l’esecutivo ha messo a disposizione un fondo da 650 milioni di euro fino al 2016, al quale possono attingere gli istituti di credito, nel caso in cui un cliente non può più pagare le rate del mutuo per un periodo di tempo limitato. Il fondo garantisce fino al 50% della quota capitale del mutuo di ammontare non superiore ai 250 mila euro.
Chiunque può accedervi. Tuttavia, hanno la priorità le giovani coppie, chi ha meno di 35 anni e svolge lavori atipici, ai nuclei familiari mono-genitoriali con figli minori conviventi e ai conduttori di alloggi di proprietà degli istituti autonomi per le case popolari.
Per l’Abi, il Fondo garantirà un’ulteriore spinta al mercato dei mutui, cresciuto molto nel corso dell’ultimo anno (+32,5% rispetto al 2013, per un ammontare complessivo di circa 25,3 miliardi di euro). La dotazione iniziale messa a disposizione del governo (650 milioni di euro) potrebbe garantire finanziamenti potenziali per 12-15 miliardi di euro, sostiene l’Abi.
Tuttavia c’è chi (si veda l’agenzia di rating Fitch) non crede che il Fondo di garanzia potrà incrementare il volume dei mutui richiesti dagli italiani. I motivi? Il Fondo è destinato principalmente ai richiedenti con meno di 35 anni, osserva Fitch. Ovvero a chi, almeno fino ad oggi, è stato meno propenso di altri a richiedere un mutuo: solo il 21% delle domande presentate nel quarto trimestre del 2014 è riconducibile agli under 35. Inoltre il Fondo non dovrebbe provocare un ulteriore ribasso dei prezzi immobiliari sul mercato italiano, stimato dall’agenzia all’incirca al 3% nel prossimo biennio.
Quello del governo potrebbe non essere l’unico strumento per incentivare-facilitare l’accesso ai mutui. Un aiuto in tal senso potrebbe arrivare anche dal Quantitative easing (Qe), il piano della Banca centrale europea che immetterà nel sistema una consistente dose di liquidità (1.140 miliardi di euro fino al settembre del 2016). Come spiegato dal presidente dell’Eurotower, Mario Draghi, il Qe permetterà alle banche di procedere al “riequilibrio nei portafogli, cambiando bond con cash” e questo le invoglierà – almeno teoricamente – a concedere più credito e mutui a famiglie e imprese, con le prime che potrebbero utilizzare il denaro ottenuto per l’acquisto di una casa.

(articolo pubblicato il 10 marzo 2015 su Tgcom24)

 

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