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Prove tecniche di ripresa

crisi_personeNonostante i recenti dati sull’industria non propriamente lusinghieri, la fiducia delle imprese non appare scalfita. Anzi, il miglioramento del clima di fiducia coinvolge in verità tutti i principali settori, osserva l’Istat: manifattura (a 103,7 da 100,5), costruzioni (a 116,0 da 108,5), servizi di mercato (a 108,1 da 100,4) e commercio al dettaglio (a 103,0 da 101,0).
Il clima di fiducia non è un aspetto da sottovalutare. Perché misura, attraverso alcuni indicatori anticipatori, le prospettive di imprese e consumatori, ma anche il presente stato di salute dell’economia. Dunque, se di ripresa vera e propria ancora non si può parlare, una risalita almeno è prevista tanto dalle imprese quanto dalle famiglie. Una minore sfiducia può anticipare perciò un’economia che si rimette in moto.
Colpisce, in questo senso, l’indice delle imprese di costruzione, tra le più colpite della crisi economica, che vedono più roseo il loro futuro. A marzo, infatti, migliorano sia i giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione sia le attese sull’occupazione (rispettivamente a -36 da -45 e a -11 da -12).
Ma nel complesso sono i giudizi dei consumatori sulla situazione economica del paese a recuperare ulteriormente rispetto al mese precedente, con il saldo che passa a -57 da -71. La variazione, come rivela l’Istat, “è spiegata da un aumento al 14,3% dal 10,7% della quota di coloro che la ritengono ‘migliorata’ e dalla diminuzione al 26,7% dal 29,9% della quota di coloro che giudicano la situazione del paese ‘molto peggiorata’”.
Se teniamo conto delle attese, il saldo aumenta a 22 da 21 e diminuisce al 20,2% (dal 21,6% precedente) la quota di coloro che temono un aggravamento della situazione economica. L’attesa sulla disoccupazione è al ribasso con il saldo che diminuisce a -3 da 10 e aumenta in particolare la quota di coloro che si attendono una diminuzione – “lieve”, precisa l’istituto nazionale di statistica – della disoccupazione, al 36,6% dal 32,6%.
Così dipinta la situazione economica conferma il trend finora evidenziato. Se da un lato l’industria ha arrancato nei primi mesi dell’anno (fatturato e ordinativi), il commercio ha dato segnali di vitalità. E come ha ricordato nei giorni scorsi l’ufficio studi di Confcommercio, l’attesa ripresa dei consumi sarà trainata dal miglioramento occupazionale e dall’aumento del reddito disponibile delle famiglie. Insomma, si tratta, per l’appunto, di un rinnovato ottimismo dopo anni di incertezze causate dalla crisi economica.

(articolo pubblicato il 30 marzo 2015 su Tgcom24)

 

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