Le dinamiche del mercato del lavoro in Italia
L’andamento del mercato del lavoro migliora nell’Eurozona, consolidando un trend in atto da alcuni mesi. Il tasso di disoccupazione si attestava a gennaio all’11,4%, un mese più tardi si presenta invece all’11,3%. Un calo lieve, ma non indifferente, molto più rispetto a febbraio 2014 quando invece era all’11,8%.
Nella giornata di martedì 31 marzo l’Istat ha diffuso i dati su occupati e disoccupati mensili, evidenziando l’aumento di un decimale del tasso di disoccupazione (da 12,6 a 12,7), a conferma di come il mercato del lavoro sia ancora in affanno nonostante le nuove regole previste dal Jobs Act (i cui effetti non sono però al momento quantificabili al cospetto degli ultimi dati Istat) e il rinnovato ottimismo di imprese e famiglie.
Al di là della disoccupazione, che resta molto alta sebbene i cali in dicembre e gennaio – nell’Eurozona ci collochiamo nelle ultime posizioni dopo Portogallo e Cipro, ma ben distanti da Spagna e Grecia –, il mercato del lavoro presenta segnali contrastanti pur in presenza, come spiega l’Istat nella consueta nota mensile, di un incremento delle ore lavorate registrato nel quarto trimestre del 2014 (+0,2%), in particolare nell’industria in senso stretto (+0,8%).
Tale fenomeno, spiega sempre l’Istat, “si è accompagnato a una diminuzione del ricorso effettivo alla Cassa integrazione da parte delle imprese dei principali settori, con un calo significativo nell’industria in senso stretto (79,4 ore ogni mille ore lavorate, 10,9 ore in meno rispetto allo stesso trimestre del 2013)”.
Inoltre nel quarto trimestre del 2014 sono aumentate le persone in cerca di occupazione (+6,5%), segno anche della volontà di rimettersi in moto, cui è seguito però un aumento delle componenti degli inattivi più vicini al mercato del lavoro. Soprattutto si registra una crescita delle forze di lavoro potenziali (+7,5%). Contemporaneamente è cresciuta, ma in maniera più contenuta, la quota di quanti non cercato un lavoro perché ritengono di non riuscire a trovarlo, gli scoraggiati (+1,5% su base tendenziale).
Altra componente da non trascurare è il costo del lavoro che anche nel 2014 ha visto l’Italia ai vertici dell’Ue per l’incidenza degli oneri (28,2%, dati Eurostat). Francia e Svezia si collocano al di sopra (rispettivamente con quote al 33,1 e al 31,6%); in compenso in Italia un’ora di lavoro costa mediamente 28,3 euro, cioè meno della media dell’Eurozona che è di 29 euro, ma più della media Ue, che invece è di 24,6 euro. In definitiva il costo complessivo di un’ora di lavoro, nel 2014, in Italia è cresciuto dello 0,7% rispetto al 2013, percentuale inferiore a Eurozona (1,1%) e Ue (1,4%).
(articolo pubblicato il 1 aprile 2015 su Tgcom24)