Turismo in difficoltà, ma resta un punto di forza
In occasione delle festività di Pasqua, solo negli scali di Fiumicino e Ciampino, erano attesi oltre 900 mila passeggeri in transito: il 6% in più rispetto all’anno scorso. Più in generale erano previsti circa 9,05 milioni di italiani, tra maggiorenni e minorenni (pari al 14,9% della popolazione), in movimento per una breve vacanza nel weekend pasquale.
In verità a restare a casa sarebbe dovuto essere l’85,1% degli italiani, circa 51 milioni di persone. Il 49,4% per motivi economici. Tra quanti si sarebbero mossi, invece, la maggioranza (32,4%) avrebbe optato per la casa di parenti o amici e il 15% nella casa di proprietà fuori città, il 4,2% in un appartamento in affitto. Il 26,9% in albergo e il 6,4% in un B/B.
Le stime di Federalberghi dipingevano un quadro in fondo esaustivo di un settore che presenta ancora luci ed ombre, che ha certamente risentito della crisi economica, pur restando un punto di forza della nostra economia.
Stando alle ultime rilevazioni di Confturismo, dal 2008 al 2014 gli arrivi di stranieri in Italia sono aumentati del 19%, passando così da 42 a 50 milioni. Tuttavia la spesa media è calata da 744 euro a 681. Ciò vuol dire che in media i turisti stranieri spendono meno che in Spagna e Francia.
Per capirci: la media del soggiorno in Spagna è di 5,14 giorni contro i 3,7 in Italia. La spesa media è di 959 euro contro i 681 nel nostro paese. Secondo Confturismo una durata della permanenza e una spesa in linea con quanto avviene in Spagna equivarrebbero ad un introito di 14 miliardi in più, ovvero un intero punto di Pil.
Per dare un’ulteriore idea di come il settore, nel suo insieme, abbia perso in competitività negli anni della crisi, è opportuno fare un passo indietro. Anche se, per quanto riguarda le strutture ricettive, si scopre che nel 2012 il calo del giro di affari sia dipeso in larga misura dalla domanda interna (-5%), mentre la clientela estera risultava in crescita del 2,2%; nel complesso la diminuzione delle presenze risultava essere pari all’1,6% (Federalberghi; Eurostat). In Italia, nel 2013, il numero di alberghi era pari a 33.316 unità con 2.233.823 posti letto, in calo rispettivamente dell’1,2% e dello 0,8% rispetto all’anno precedente (Istat).
Un’inversione c’è stata, in particolare dal 2013 al 2014. Riprendendo i dati di Confturismo gli arrivi negli ultimi sei anni sono aumentati di otto milioni, passando dai 42 milioni del 2008 ai 50 milioni dello scorso anno. In più nel 2014 sono aumentate anche le visite nei musei e solo a Roma i visitatori sono aumentati del 16% e ora un’ulteriore spinta è attesa dall’Expo e dal Giubileo straordinario.
Sul fronte occupazione, infine, vale quasi un milione di posti di lavoro il settore del turismo in Italia, il 5% dell’occupazione nazionale (Osservatorio sul mercato del lavoro nel turismo, Federalberghi). Nel corso del 2011, a fronte dei 40 mila occupati persi dall’industria (comprese le costruzioni) e dei 16 mila persi dall’agricoltura, il settore dei servizi ha visto crescere il numero degli occupati di 151 mila unità.
(articolo pubblicato il 3 aprile 2015 su Tgcom24, modificato il 7 aprile 2015 su T-Mag)