I prodotti enogastronomici trainano la spesa dei turisti
L’Expo 2015, l’esposizione universale organizzata a Milano, inizierà il 1° maggio per poi concludersi il 31 ottobre. Si tratta di un’importante occasione per il settore turistico italiano. Tanti sono del resto i visitatori stranieri attesi che, una volta giunti nel capoluogo lombardo e secondo una stima della Coldiretti, destineranno un terzo del loro budget all’acquisto e al consumo di prodotti agroalimentari italiani. Una previsione, quest’ultima, in linea con le abitudini di spesa dei turisti stranieri nel nostro Paese.
A poco meno di un mese dall’inizio dell’evento, uno studio della Coldiretti ha cercato di stimare l’impatto economico dei turisti stranieri che raggiungeranno il capoluogo lombardo in occasione dell’Expo. Secondo le previsioni dell’organizzazione degli imprenditori agricoli, l’Italia ospiterà 8 milioni di turisti stranieri in più, per un totale di 59 milioni di arrivi, che genereranno una spesa aggiuntiva di 5,4 miliardi di euro.
Ogni turista straniero spenderà mediamente 675 euro, prevede la Coldiretti. Secondo cui il 14% verrà destinato all’acquisto di prodotti alimentari in supermercati e negozi di prodotti tipici locali, per un totale di 750 milioni di euro, il 18% (oltre un miliardo di euro) sarà speso invece per i pasti consumati in ristoranti, pizzerie, bar. I visitatori stranieri destineranno un terzo del loro budget all’acquisto e al consumo di prodotti l’agroalimentari italiani. Previsioni che, se confermate, ribadirebbero le abitudini di spesa dei tanti turisti che ogni anno decidono di trascorrere un periodo di vacanze nel nostro Paese.
Secondo uno studio dell’Osservatorio sul turismo di Unioncamere e dell’Istituto nazionale ricerche turistiche (Isnart), un terzo dei 73 miliardi di euro spesi dai visitatori italiani e stranieri nel 2013 è stato utilizzato per mangiare in ristoranti e pizzerie o acquistare prodotti enogastronomici. Ma c’è di più. Quella relativa ai prodotti agroalimentari è l’unica voce di spesa in crescita sia su base annua (+14,1%) sia rispetto al 2008 (+65,9%). Mentre, nonostante gli incrementi dell’inflazione, le spese complessive (alloggio, ristorazione, iniziative ricreative culturali, abbigliamento, calzature…) si sono ridotte del 5,7% rispetto al 2008.
Acquistare un prodotto della gastronomia locale è diventata un’abitudine diffusa tra i tanti turisti stranieri ed italiani che decidono di trascorrere le proprie vacanze nel nostro Paese. A farlo, rileva chi ha condotto il report, è stato un terzo dei visitatori complessivi, con una esborso pro capite di 10 euro. Non tutti decidono di mangiare in una pizzeria o in un ristorante, però. Il 60% dei turisti acquista bevande e cibo nei negozi e nei supermercati, sborsando mediamente 23 euro. Un importo soltanto lievemente superiore a quello pagato dai visitatori che si sono accomodati attorno ad un tavolino di una pizzeria-ristorante (16 euro a testa) o di un bar-pasticceria (6 euro pro capite al giorno).
(articolo pubblicato il 10 aprile 2015 su Tgcom24)