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In crescita l’utilizzo delle carte di credito in Europa e in Italia

consumi_crisi_economicaPer quanto in crescita, i pagamenti elettronici sono ancora poco diffusi in Italia. Nel nostro Paese, infatti, i consumatori preferiscono saldare la maggior parte dei propri acquisti per mezzo dei contanti. Le cose vanno diversamente nel resto dell’Unione europea, dove gli strumenti di pagamento elettronici vengono utilizzati con più frequenza.
L’Unione europea ha disposto così un tetto alle commissioni sulle carte di credito, fissato allo 0,3% del valore della transazione. Limite che scende allo 0,2% nel caso dei bancomat. Così facendo, Bruxelles spera di abbassare il costo dei beni e dei servizi acquistati dai consumatori europei: del resto, osserva l’Ue, i costi delle transazioni influiscono sui prezzi. Stando alle previsioni dell’Unione europea, i nuovi limiti consentiranno risparmi consistenti sia per i consumatori (730 milioni di euro l’anno) sia per i commercianti (6 miliardi di euro annui).
Oltre ai risparmi attesi, la decisione dell’Unione europea potrebbe incentivare ulteriormente un’abitudine sempre più diffusa tra i consumatori. Nel 2013 il valore complessivo dei pagamenti effettuati nell’Ue senza l’utilizzo del contante ha toccato i 100 miliardi di euro: il 6% in più rispetto al 2012, osserva Bruxelles. Gli europei hanno usato così metodi di pagamento elettronici nel 40% delle transazioni complessive. Eppure non tutti hanno utilizzato tanto frequentemente le carte di pagamento, i bonifici bancari, la moneta digitale, gli assegni, i bancomat o le carte prepagate.
La quota delle transazioni saldate senza l’uso del contante, infatti, scende al 13% nel caso degli italiani, stando agli ultimi dati disponibili riferiti dall’Associazione bancaria italiana (Abi). Secondo la Banca centrale europea (Bce), i pagamenti elettronici pro capite nel nostro Paese sono stati così 75: 9 operazioni in più per abitante rispetto al 2009. Se invece si considerano soltanto le carte di credito, le transazioni annue pro capite effettuate in Italia scendono addirittura a quota 30 (nel 2011 erano state 26) contro le 86 della media Ue (nel 2011 erano state 74). Soltanto in Grecia si è registrato un tasso di utilizzo dei pagamenti elettronici inferiore al nostro, con 17 operazioni pro capite.
Nonostante l’introduzione, a partire dal 6 dicembre del 2011, del limite all’utilizzo del contante più basso d’Europa (999,99 euro contro i 1.000 di Portogallo, i 1.500 di Grecia, i 2.500 di Spagna e i 3.000 euro di Francia e Belgio), i metodi di pagamento elettronici sono ancora poco diffusi in Italia. Nel nostro Paese, spiega la Cgia di Mestre, ben 15 milioni di italiani non hanno un conto corrente presso una banca (i cosiddetti unbanked). Quest’ultimi, non avendo nessun rapporto con gli istituti di credito, preferiscono l’utilizzo del contante alle forme di pagamento tracciabile, come le carte di credito, il bancomat o il libretto degli assegni.

(articolo pubblicato il 21 aprile 2015 su Tgcom24)

 

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