L’innovazione per rilanciare il sistema imprese
L’innovazione è il motore per rilanciare il sistema imprese italiano, renderlo più competitivo – fornire cioè alle aziende gli strumenti per “stare sul mercato” e reggere l’urto della concorrenza estera – e incentivare l’occupazione. Il tessuto produttivo italiano è costituito in larghissima maggioranza da Pmi (piccole e medie imprese), che rappresentano di fatto la spina dorsale della nostra economia.
È una premessa doverosa, sebbene consolidata, utile a comprendere meglio l’importanza di uno sviluppo – tecnologico e non solo – che investa il sistema, creando in questo modo un meccanismo virtuoso. Un percorso che da alcuni anni sostiene le startup innovative e che di recente – attraverso l’adozione dell’Investment Compact (Decreto Legge 3/2015 convertito con modificazioni dalla Legge 33/2015) – ha allargato la platea a tutte le Pmi innovative, a prescindere dalla data di costituzione.
Per una volta possiamo ritenerci soddisfatti: nel rapporto Le Pmi e la sfida della qualità – Un’economia a misura d’Italia a cura della Fondazione Symbola e Cna emerge che delle 65.481 imprese che negli ultimi tre anni hanno introdotto delle innovazioni (un numero che pone l’Italia al secondo posto in Europa dopo la Germania con 90.395), circa l’80% conta meno di 50 addetti. Inoltre la piccola e media impresa manifatturiera italiana conferma il proprio primato in Europa riguardo la produzione di valore aggiunto.
Le Pmi italiane generano, infatti, il 22,1% di valore aggiunto (77,3 miliardi di euro), collocandosi avanti alle concorrenti della Germania, con il 18,5% (64,8 miliardi); della Francia, con il 13,3% (46,5 miliardi); del Regno Unito, con il 11,1% (38,7 miliardi); e della Spagna, 8,9% (31,1 miliardi).
Per quanto riguarda le startup innovative, stando al recente rapporto del ministero dello Sviluppo economico sull’accesso al credito mediante l’intervento del Fondo di garanzia per le Pmi – si tratta di un fondo governativo che facilita l’accesso al credito attraverso la concessione di garanzie sui prestiti bancari –, si scopre che al 30 aprile 2015 sono 388 le startup che hanno ricevuto finanziamenti, per un importo totale pari a 172.075.001 euro (di cui l’importo garantito è pari a 135.354.836 euro).
A usufruire di tale opportunità sono state soprattutto le startup della Lombardia, a seguire quelle dell’Emilia Romagna e Veneto, poi Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Lazio. Gli investimenti sono fondamentali per consolidare la ripresa e in effetti il Mezzogiorno ha sofferto non poco l’impatto che la crisi economica ha avuto sul sistema economico, tante le imprese che hanno “rinunciato”.
Il trend del passato non deve però indurre in errore: nel 2014 (dati Osservatorio Cerved-Italia Startup) la nascita di nuove imprese ha registrato al Sud un aumento del 2,8% e più in generale (rapporto Pmi Mezzogiorno 2015 a cura di Confindustria e Cerved) si prevede per quest’anno una crescita del fatturato dell’1,2%. A fronte, è comunque doveroso ricordare, dell’uscita dal mercato di oltre un quarto delle 29 mila imprese attive nel 2007.
(articolo pubblicato il 25 giugno 2015 su Tgcom24)