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Il turismo inverte la rotta

turismo_vacanze_crisiMeglio degli anni passati, se non altro. Dopo cinque anni negativi il turismo in Italia dovrebbe tornare a crescere, invertendo così la tendenza. Secondo le elaborazioni Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) sulle segnalazioni turistiche di questo avvio di stagione, la spesa per le vacanze quest’estate dovrebbe attestarsi sui 40 miliardi di euro per il periodo luglio-settembre, in crescita del 2,2% rispetto al 2014.
Il periodo più intenso sarà il mese di agosto e in generale un quarto della spesa andrà in cibo, per cui si spenderanno 11,5 miliardi di euro (con una crescita del 2,3% rispetto al 2014, pari a 260 milioni di euro). In particolare 8,4 miliardi di euro saranno spesi in bar e ristoranti e 3,1 miliardi di euro andranno nell’acquisto di cibi da consumare in casa.
Certo, questo non vuol dire che gli italiani non saranno attenti al portafogli. Secondo uno studio Coldiretti/Ixè, infatti, quasi sei italiani su dieci (59%) hanno deciso di andare in vacanza preventivando complessivamente un budget inferiore ai 500 euro a persona per l’estate 2015. Nello specifico, stando ai dati raccolti in quest’ultima indagine, solo il 33% delle famiglie spenderà tra i 500 e i mille euro a persona, il 3% tra i mille ed i duemila mentre una minoranza dell’1% oltre i duemila euro, con il 4% che invece preferisce non rispondere.
Il turismo, anche a livello internazionale, ha risentito delle difficoltà derivate dalla crisi, come del resto gli altri settori di attività economica. L’Italia resta pur sempre un paese tra i più visitati al mondo e in Europa, e comunque sono attesi progressi nel futuro più immediato. Il Word Travel and Tourism Council (WTTC) stima che nel 2014 il contributo diretto del turismo al Pil sia stato del 4,1%, per un valore di 66 miliardi di euro, e ne prevede una crescita dell’1,8% tra il 2014 e il 2015 (dati contenuti nel rapporto I.t.a.l.i.a. – Geografie del nuovo made in Italy di Unioncamere, Fondazione Edison, Fondazione Symbola e Aiccon).
Per il prossimo decennio (2015-2025) si prevede un maggiore contributo, ad un tasso medio annuo del 2,1%, fino a rappresentare il 4,6% del prodotto interno lordo nazionale in termini di incidenza. Se poi si considerano anche le attività collegate al turismo (prodotti e servizi intermedi, spesa pubblica, investimenti), il contributo complessivo al Pil è allora stimato al 10,1% per l’anno scorso, con una crescita prevista dell’1,5% nel 2015 e dell’1,7% annuo nel prossimo decennio.

(articolo pubblicato il 31 luglio 2015 su Tgcom24)

 

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