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Gli investimenti nel settore dell’auto

mercato_autoIl mercato dell’auto prosegue nel suo trend positivo. In Italia in particolare, il mese di luglio ha registrato, rispetto ad un anno fa, un incremento del 14,5%. Il Gruppo FCA, soprattutto, ha evidenziato un andamento migliore del mercato, aumentando le vendite del 19,3% rispetto allo stesso periodo del 2014. Anche gli Stati Uniti mostrano miglioramenti in questo senso.
Il quattordicesimo mese positivo di fila per il mercato dell’auto in Italia segna così la risalita del settore dopo un lungo periodo di difficoltà. Una fase di crisi che però non ha riguardato solo l’Italia, bensì gran parte delle principali economie mentre quelle emergenti – Cina, Russia, India e Brasile – si collocavano ai vertici mondiali. La Cina è riuscita anche a scavalcare gli Stati Uniti, che fino al 2009 detenevano il primato.
Come spiega il rapporto Il Mercato globale ed europeo dell’auto, presentato di recente al Senato dalla Commissione Industria, Commercio e Turismo, nel nostro paese il segmento dell’automotive contribuisce per il 2% al Prodotto interno lordo (in Francia per l’1,7% e in Germania per il 9,2%) e genera 28 miliardi di euro di valore aggiunto, occupando circa 500 mila persone. La fase distributiva produce valore per circa 40 miliardi di euro e coinvolge 700 mila occupati.
La ripresa del settore, ad ogni modo, segue un periodo di rinnovamenti e, soprattutto, di ritorno agli investimenti. Il capex (capital expenditure) misura gli investimenti in impianti, macchinari e immobilizzazioni immateriali e comprende anche la quota di costi in ricerca e sviluppo capitalizzati. Il rapporto già citato osserva che tra il 2007 e il 2013 gli investimenti hanno mostrato un’incidenza sostanziosa sui ricavi, compresa tra il 4% e il 10%. I gruppi, si sottolinea, hanno investito dai due ai 15 miliardi di euro l’anno.
Nel periodo 2009-2010 c’era stata un’inversione di tendenza che aveva riguardato quasi tutte le società. A partire dal 2010 il gruppo FCA è quello che presenta gli investimenti con la più alta incidenza sui ricavi (sorpassato solo nel 2013 da BMW), oltre l’8%, in buona parte derivante dagli impegni dopo la fusione con Chrysler e l’ammodernamento degli impianti americani. Anche Volkswagen e BMW hanno destinato quote importanti agli investimenti, sono i gruppi francesi, invece, ad arrancare.
Non solo impianti, comunque. FCA, ad esempio, è l’unico gruppo che ha aumentato costantemente, anche se in maniera modesta, la spesa in ricerca e sviluppo. Investimenti che però ancora non arrivano a colmare il divario rispetto con i principali competitor europei, escluso il gruppo PSA nel 2013). Il gruppo FCA ha investito nel 2013 più di tre miliardi di euro, quasi il 4% dei propri ricavi contro il 6% del gruppo Volkswagen e il 6,3% di BMW. Tuttavia FCA è anche la casa automobilistica con la struttura più capillare, avendo il maggior numero di siti di ricerca e sviluppo, circa 78 di cui 35 localizzati in Italia.

(articolo pubblicato il 4 agosto 2015 su Tgcom24)

 

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