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Il settore alimentare traina l’export

import_exportGrazie ai buoni risultati dell’export le imprese sono riuscite a compensare il calo dei consumi interni negli anni della crisi economica. Dal 2010 al 2014 – come rilevato nel rapporto I.t.a.l.i.a. – Geografie del nuovo made in Italy di Unioncamere, Fondazione Edison, Fondazione Symbola e Aiccon – l’export manifatturiero (compreso l’agroalimentare) è cresciuto da 323 a 382 miliardi di euro (+18,4%), mentre l’import è leggermente diminuito (da 285 a 282 miliardi). Il surplus commerciale ha così raggiunto lo scorso anno un livello record (intorno ai 100 miliardi di euro).
Entrando nel dettaglio si osserva come, nei primi quattro mesi del 2015, secondo le stime di Federalimentare, l’alimentare abbia registrato un valore pari a 9.074,1 milioni di euro, +6,7% rispetto allo stesso periodo del 2014 e quasi tre punti sulla crescita dell’export complessivo italiano, +4,1%. Insomma, un trend in netto miglioramento.
Secondo uno studio Nomisma dal 2007 al 2014 – cioè nel pieno della crisi –, le esportazioni dell’industria alimentare sono cresciute complessivamente del 48%, mentre nello stesso periodo i consumi nazionali sono saliti del 4% ed il valore aggiunto del 6%.
Una nota stonata, tuttavia, c’è: il vasto numero di microimprese – circa l’87% del totale – che presentano una minore spinta all’internazionalizzazione, dunque scarsamente propense all’export. A queste si può attribuire appena il 7% del fatturato totale, mentre le Pmi e le grandi imprese viaggiano a ritmi più elevati.
Un nuovo impulso, invece, potrebbe giungere dalla fine delle sanzioni verso l’Iran che, sempre secondo Nomisma, potrebbe far crescere l’export agroalimentare al 2018 tra i 33 e i 40 milioni di euro, contro i 20 attuali. Nel periodo pre-sanzioni, ricorda Nomisma, l’export agroalimentare italiano era cresciuto del 144%, per poi evidenziare un’inversione di tendenza già nel 2006 (-13%). È con l’inasprimento delle sanzioni che la situazione si aggrava: i livelli si riducono del 33% tra il 2011 e il 2013 e del 27% tra il 2012 e il 2013. Tanto per rendere l’idea: nel 2014 appena lo 0,1% delle vendite oltreconfine di prodotti agroalimentari ha avuto come destinazione l’Iran.

(articolo pubblicato il 6 agosto 2015 su Tgcom24)

 

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