L’economia cinese e Alibaba
Alibaba – il colosso cinese dell’e-commerce – continua a crescere, ma meno di quanto atteso. In un anno i ricavi sono cresciuti del 28%, tuttavia il tasso più basso in tre anni. A pesare, probabilmente, anche il recente rallentamento dell’economia cinese.
Dunque se frena Pechino dopo il crollo dei mercati finanziari di luglio, frena anche l’e-commerce? Le cose non stanno propriamente così. Le cause, infatti, sono diverse. Oltre al rallentamento dell’economia cinese, anche la progressiva presenza di strutture concorrenti e alcune misure del governo (si pensi alle restrizioni alle scommesse online) hanno penalizzato il colosso fondato da Jack Ma.
Nel complesso, però, l’e-commerce è un settore che sembra godere di ottima salute, come nel resto del mondo. Stando ai dati pubblicati il 3 agosto, le transazioni di e-commerce avvenute nel 2014 hanno ottenuto un valore pari a 16.390 miliardi di yuan, con un incremento del 59,4%. La crescita del settore deriva anche dal successo di negozi online come Taobao, che è di proprietà di Alibaba. Eventuali debacle causate dal rallentamento economico potranno essere valutate nel prossimo futuro.
Il gigante cinese dell’e-commerce, insomma, ha registrato nel primo trimestre del suo esercizio 2015-2016 un utile netto a 4,97 miliardi di dollari Usa. Le vendite del gruppo sono aumentate del 28% su base annua (a 3.265 miliardi di dollari), ma come si diceva all’inizio ad un livello inferiore rispetto alle attese degli analisti (3.390 miliardi di dollari).
Ad ogni modo Alibaba prosegue per la sua rotta. Di recente ha infatti annunciato un investimento pari a 28,3 miliardi di yuan (4,1 miliardi di euro) per la partecipazione al 20% nella catena di negozi di elettronica Suning, molto diffusa nel paese. Lo scopo è l’integrazione del commercio online e offline.
(articolo pubblicato il 13 agosto 2015 su Tgcom24)