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Rallenta nel 2015 la filiera della tessitura

tessileDopo i buoni risultati registrati dalla filiera della tessitura nel corso del 2014, l’anno in corso ha presentato uno scenario a luci ed ombre. Il centro studi dello Smi (Sistema moda Italia), elaborando i dati Istat relativi ai primi due trimestri del 2015, ha infatti rilevato un rallentamento dei vari indicatori.
Ma facciamo un passo indietro. Alla fine dello scorso anno il settore ha riportato un fatturato di circa otto miliardi di euro, con un aumento del 3,3% rispetto al 2013 (quando si registrò un -3,2% sul 2012). Il valore della produzione è cresciuto del 2,5% (a 6,1 miliardi di euro), quello delle esportazioni del 2,9% (a 4,4 miliardi) portando così il saldo commerciale con l’estero in attivo per 2,3 miliardi di euro.
Dalle serie storiche si scorgono dati interessanti: prendendo, per esempio, il fatturato si nota che nel 2009 crollò del 25% (passando da 8,9 miliardi a 6,6 miliardi), un dato in parte compensato dalle crescite dei due anni successivi (+14,3% nel 2010 e +9,3% nel 2011). Nel 2012 si è verificato un nuovo calo del 4,6% seguito dal -3,2% del 2013, quest’ultimo decremento è stato a sua volta bilanciato dal +3,3% dello scorso anno.
Ma se il 2014 è stato etichettato come un anno di risalita per il settore, il 2015 non lascia presupporre lo stesso andamento. In base ai dati dell’Istat su produzione industriale e commercio con l’estero, la filiera della tessitura italiana alla fine dell’anno potrebbe registrare un nuovo rallentamento.
Dopo sette trimestri caratterizzati da una crescita della produzione del settore (dal secondo del 2013 fino al termine del 2014) i primi due trimestri del 2015 hanno riportato cali del 4,7% – per il periodo gennaio-marzo – e del 3,6% – per il periodo aprile-giugno. Complessivamente i primi sei mesi dell’anno hanno riportato una contrazione di 4,1 punti percentuali rispetto al medesimo periodo del 2014.
I dati sul commercio estero, relativi ai primi cinque mesi del 2015, presentano anch’essi dati negativi: le esportazioni, a causa del crollo del 4,9% riportato dalle vendite verso i Paesi dell’Unione Europea (contro il +0,9& di quelle extra-Ue) mostrano un -2,3%. Le importazioni, invece, sono scese del 4%, riflettendo il cali riportati sia dal mercato intra-Ue (-2,8%) che extra-Ue (-4,6%).
Tornando all’export, importante motore dell’economia italiana, è importante sottolineare le dinamiche riportate dalle vendite di prodotti tessili verso i dieci principali partner commerciali: l’export verso il nostro primo mercato di sbocco, la Germania, ha riportato una variazione negativa di 8,3 punti percentuali. Notevole anche il calo, pari al 4,3%, che ha interessato le vendite verso la Romania (secondo partner commerciale). Giù anche le vendite verso la Francia (-1,3%, terzo partner), Tunisia (-27,9%) e Spagna (-7,8%). In crescita, invece, verso Stati Uniti (+15,2%), Cina (+12,7%), Hong Kong (+9,8%), Turchia (+2,9%) e Portogallo (+2,1%).

 

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