Ignazio Marino si è dimesso da sindaco di Roma
Ignazio Marino si è dimesso da sindaco di Roma, carica che ricopriva dal giugno del 2013. Giovedì 8 ottobre 2015 Marino ha rassegnato le proprie dimissioni, in seguito alle polemiche nate dalle spese pagate con la carta di credito del Campidoglio – Marino si sarebbe fatto rimborsare delle cene “istituzionali” fornendo false informazioni sui suoi commensali – e al termine di una giornata ‘movimentata’. In mattinata, infatti, la Procura di Roma aveva annunciato l’acquisizione di tutti gli atti relativi alla carta di credito intestata al sindaco e della documentazione relativa all’aumento del plafond – ovvero l’importo massimo – da 10 mila a 50 mila euro. “Il fascicolo – osserva l’edizione online del Corriere della Sera – è già aperto con l’ipotesi di reato di peculato, ma per adesso senza indagati”.
Nel corso della giornata, successivamente all’annuncio della Procura, l’assessore ai Trasporti, Stefano Esposito, l’assessore al Turismo, Luigina Di Liegro, e il vicesindaco, Marco Causi, hanno rassegnato le proprie dimissioni. Nel pomeriggio, poi, al termine di una riunione interna al Partito democratico, Marco Causi e Alfonso Sabella si sono recati al Campidoglio. Il motivo? Comunicare a Marino la richiesta di dimissioni da parte del Pd. Dimissioni che il sindaco ha deciso di presentare, ma che “per legge” potrebbe eventualmente ritirare “entro venti giorni”, come lui stesso ha precisato.
“Esiste un problema di condizioni politiche per compiere questo percorso. Queste condizioni – ha spiegato l’ormai ex primo cittadino della Capitale, in una lettera indirizzata ai romani – oggi mi appaiono assottigliate se non assenti. Per questo ho compiuto la mia scelta: presento le mie dimissioni”.