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“Abenomics” sotto osservazione

Shinzo AbeTecnicamente il Giappone è in recessione ed è la seconda volta da quando Shinzo Abe – famoso per la ricetta economica ribattezzata in seguito Abenomics – è premier (dicembre 2012). I dati trimestrali diffusi nelle scorse ore hanno avuto un effetto immediato sui mercati asiatici, già in difficoltà negli ultimi tempi a causa del rallentamento delle economie emergenti, Cina compresa.
Il Pil relativo al periodo luglio-settembre si è ulteriormente contratto (-0,2% congiunturale e -0,8% e su base annua), dopo il -0,7% di aprile-giugno. Dunque la recessione deriva dalle due diminuzioni trimestrali consecutive.
Anche in ottica futura si attendono grossi cambiamenti. Gli analisti, infatti, prevedono una ripresa moderata nel corso dell’ultimo trimestre del 2015. In tanti, poi, stanno osservando l’evidente difficoltà del Giappone nell’affrontare il lungo periodo di stagnazione che sta caratterizzando la sua economia nonostante le politiche espansive di Abe.
Fin da subito il premier Abe ha promosso un programma volto al rilancio dell’economia attraverso l’aumento di spesa pubblica tramite una politica di importanti interventi del governo centrale e investimenti a carico di quelli locali (oltre che di capitali privati). Dunque uno slancio alla crescita, nelle intenzioni del governo, mirando a investimenti in tecnologie avanzate, ricerca e sviluppo, energia e ambiente, infrastrutture più sussidi alle imprese e sostegno alle fasce di reddito più basse.
Nel mese di settembre dalla produzione industriale erano giunti segnali di risalita, dopo i due mesi precedenti in flessione. L’indicatore, infatti, su base mensile, risultava in crescita dell’1,1%, ma il calo ad agosto era stato comunque dell’1,2%. Ad ogni modo il mancato contributo alla crescita del Pil è dipesa dalla riduzione degli investimenti delle imprese, dovuta soprattutto al rallentamento degli emergenti e all’incertezza del quadro internazionale.
Eppure il governo si dice in fondo ottimista. L’economia nipponica mostra diversi punti di fragilità, ma ha registrato – nonostante la debolezza della domanda interna – un leggero rialzo dei consumi privati (+0,5%) e buone performance dell’export (+2,6%). A questo punto, a proposito di politiche espansive, gli occhi sono puntati sulla Bank of Japan (convocata proprio questa settimana) e sulle misure che intenderà adottare, se rafforzare il programma di acquisto di titoli per un ulteriore stimolo all’economia oppure no.

 

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