La ripresa secondo famiglie e imprese
Tra ottimismo e segnali che invitano ad una maggiore prudenza, si tenta di capire come sarà il nuovo anno – risalita dei consumi, mercato del lavoro, fiducia delle imprese – dopo un 2015 che, pur mostrando ancora diverse zone d’ombra, è apparso in lieve ripresa. Ad esempio, secondo il recente Rapporto Coop, il (seppur timido) miglioramento del mercato del lavoro e una situazione economica più favorevole continueranno a sostenere i consumi delle famiglie, che cresceranno nel 2016 dell’1,4% (un valore che, a questi livelli, non si vedeva da dieci anni).
Un trend al rialzo che potrebbe già trovare conferma dalla crescita, nel terzo trimestre 2015, del potere di acquisto delle famiglie consumatrici: +1,4% sul trimestre precedente e +1,3% rispetto allo stesso periodo del 2014. Inoltre, stando ai dati Istat, il reddito disponibile delle famiglie è aumentato dell’1,3% rispetto al trimestre precedente e dell’1,5% su base annua. Anche la propensione al risparmio è cresciuta dello 0,9% rispetto al trimestre precedente e dello 0,3% su base annua. Negli anni della crisi, invece, si era assistito ad una minore capacità da parte della famiglie italiane di accantonare risorse, poiché i risparmi servivano in molti casi a sostenere determinate spese. Nel 2015, l’inversione di rotta.
Sempre nel terzo trimestre dell’anno che si è da poco concluso, la spesa per consumi finali è aumentata dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e dell’1,2% rispetto al 2014. Tuttavia, nel mese di ottobre, il volume delle vendite al dettaglio aveva mostrato una variazione congiunturale negativa dello 0,6% rispetto a settembre a causa dell’arretramento rilevato nelle vendite di alimentari (-1,2%) e della flessione, benché minima, dei non alimentari (-0,1%). L’incremento dei primi dieci mesi del 2015, nonostante il recente rallentamento, è stato comunque dello 0,6.
Dal lato delle imprese, invece, il giudizio complessivo non muta più di tanto: lo scenario si mantiene in una prospettiva ottimistica secondo l’ultima indagine di Bankitalia relativa al mese di dicembre, ma pur restando in territorio positivo il clima rispetto alla situazione generale dell’economia italiana cala leggermente a causa, soprattutto, “delle opinioni meno favorevoli delle imprese più orientate all’export”. Il rallentamento delle economie emergenti e le tensioni internazionali destano più di qualche preoccupazione.