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Unioni civili: come la pensano gli italiani

gay.Il governo ha diversi impegni in agenda: il ddl “Cirinnà bis” sulle unioni civili approderà in Aula il 28 gennaio, mentre il Consiglio dei ministri del 21 gennaio discuterà il decreto che dovrebbe introdurre il licenziamento entro 48 per i dipendenti della Pubblica amministrazione assenteisti. Un sondaggio dell’Istituto di ricerca Tecnè, condotto per conto della trasmissione televisiva Porta a Porta, ha sondato l’opinione pubblica per scoprirne cosa ne pensa.
Il ddl “Cirinnà bis”, che approderà in Aula il 28 gennaio per la discussione generale, prevede per la prima volta nel nostro Paese una forma di riconoscimento per le coppie gay: l’articolo 1 della norma prevede l’istituzione dell’unione civile per le coppie gay. Il 44% del campione si dice favorevole al riconoscimento delle unioni civili per le coppie composte da persone dello stesso sesso. La percentuale degli italiani, che si sono detti favorevoli al riconoscimento delle unioni civili per le coppie etero, sale al 73%. Dalla suddivisione del campione in base all’appartenenza politica, emerge una differenza evidente tra i sostenitori del Partito democratico e del Movimento 5 Stelle da una parte e di Forza Italia e Lega Nord dall’altra.
Tra gli elettori di PD e M5S le percentuali di chi è a favore del riconoscimento delle unioni civili per le coppie etero sono rispettivamente all’83 e al 79% (mentre scendono al 59 e al 64% per le coppie di persone dello stesso sesso). Tra i sostenitori di Forza Italia e della Lega Nord, invece, i favorevoli al riconoscimento delle unioni civili per le coppie etero sono rispettivamente il 63 e il 62% del campione (mentre scendono al 41 e al 30% per le coppie di persone gay).
Sostanzialmente la legge Cirinnà introduce un nuovo istituto, diverso dal matrimonio, ma è equiparabile per i diritti e i doveri previsti. Tra i doveri, la porzione del campione disposta a concedere alle coppie gay la possibilità di adottare dei bambini è ancora molto bassa – solo il 13% si è espresso a favore –, soprattutto nel confronto con la percentuale di chi si è detto favorevole all’adozione dei bambini da parte delle coppie etero (53%).
Ma quanti sono gli italiani favorevoli all’equiparazione tra le unioni civile e i matrimoni? Il 54% è a favore per le coppie etero, mentre la percentuale di chi si dichiara favorevole ad un’equiparazione per le coppie composte da persone dello stesso sesso scende al 20% (il 71% si dice contrario). La differenza tra favorevoli e contrari è decisamente più marcata nel caso della coppie gay: la percentuale di chi si dichiara a favore scende al 20%, mentre quella dei contrari tocca il 71%.
Nel nostro Paese la stepchild adoption – che consente al genitore non biologico di adottare il figlio (naturale o adottivo) del partner – è prevista per le coppie eterosessuali sposate da almeno tre anni o che abbiano vissuto more uxorio per almeno tre anni ma siano sposate al momento della richiesta. Secondo la rilevazione Tecnè, un’eventuale estensione della stepchild adoption alle coppie omosessuali verrebbe accolta con favore dal 42% degli italiani (quelli contrari sarebbero il 47%). Dalla suddivisione del campione in base all’appartenenza politica, emerge una differenza evidente tra i sostenitori del Partito democratico e del Movimento 5 Stelle da una parte e di Forza Italia e Lega Nord dall’altra: tra gli elettori dei primi due partiti le percentuali dei favorevoli sono superiori al 50% (58% per il PD e 65% per il M5S) mentre tra i sostenitori di Forza Italia e Lega Nord la quota scende rispettivamente al 23 e al 18%.
In Italia, la “surrogazione di maternità” – ovvero il procedimento che consente ad una donna di mettere a disposizione il proprio utero e portare avanti la gravidanza per conto dei committenti – è vietata per legge. Eppure il 49% degli italiani si è detto favorevole alla maternità surrogata (utero in affitto) per le coppie etero, mentre la percentuale di chi si è dichiarato favorevole alla maternità surrogata per le coppie gay scende al 14%.

Licenziare gli assenteisti della P.A. in 48 ore?
In caso di fragranza di reato, il governo intende introdurre una norma che consenta di licenziare entro 48 ore i dipendenti della Pubblica amministrazione che si assentano dal posto di lavoro dopo aver timbrato il cartellino. Il relativo decreto annunciato dal premier Renzi dovrebbe approdare al Consiglio dei ministri in programma per il 21 gennaio. Quella dell’esecutivo è una decisione che sembra trovare il consenso dell’opinione pubblica. Secondo la rilevazione Tecnè, il 78% degli italiani è favorevole al licenziamento degli assenteisti della Pubblica amministrazione entro 48 ore. Mentre il 20% ha detto di essere contrario.

Nota metodologica
Titolo dell’indagine: Le opinioni degli italiani sulle unioni civili. Il sondaggio è stato effettuato il 18 gennaio 2016. Numerosità pari a 1.000 casi con metodo Cati su un campione rappresentativo della popolazione maggiorenne italiana. Margine d’errore +/- 3,1% sui risultati a livello dell’intera popolazione. Estensione territoriale: intero territorio nazionale. Committente: Porta a Porta.

Sfoglia l’indagine Tecnè/Porta a Porta in pdf.

 

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