Gli investimenti delle imprese
Recentemente il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, ha invitato le imprese italiane a non aver paura di investire, sottolineando che la ricerca e l’innovazione sono il motore della crescita in tutti i settori. Tuttavia, negli ultimi anni, la crisi economica ha indotto molte imprese a rinunciarvi.
Lo SME Investments and Innovation – uno studio di Cassa depositi e prestiti, KfW Bankengruppe, Bpifrance e Instituto de Crédito Oficial che ha passato in rassegna le PMI di Italia, Spagna, Francia e Germania – ha certificato l’impatto (negativo) della crisi sugli investimenti delle piccole e medie imprese italiane.
Nell’arco di cinque anni la quota delle PMI del nostro Paese disponibili ad investire è diminuita del 43%, passando dalle 543.580 unità del 2008 alle 310.029 del 2013. Durante la crisi economica, gli investimenti sono cresciuti principalmente tra le imprese che impiegano oltre 10 dipendenti.
Piuttosto che acquistare edifici e terreni, le imprese hanno preferito indirizzare la maggior parte dei capitali investiti nell’acquisto macchinari, tecnologie ICT e per la formazione del capitale umano. Lo studio osserva che la propensione all’investimento (indipendentemente dalla tipologia) risulta superiore tra le imprese di grandi dimensioni.
Nell’industria, tra il 2011 e il 2013, sono state loro ad investire principalmente in macchinari (87,9%) e nella formazione del capitale umano (23,1%) rispetto alle imprese che figurano nelle classi dimensionali più piccole. Tra le micro-imprese – ovvero quelle che impiegano meno di dieci dipendenti e con un fatturato che non supera i due milioni di euro –, la quota di chi ha investito in macchinari (82,4%) e nel capitale umano (2,5%) risulta molto più bassa.
Lo stesso discorso – le imprese di dimensioni superiori investono di più rispetto alle concorrenti più piccole – vale anche per quelle nei servizi.
Secondo gli imprenditori, i fattori che hanno bloccato gli investimenti sono stati diversi: i prospetti finanziari negativi, i limiti economici e la mancanza di risorse umane.