Resta alta la vocazione imprenditoriale in Italia
Nonostante risulti più difficile fare impresa in Italia, come emerge da una recente indagine del Centro Studi di Confindustria, il nostro paese si conferma ai primi posti per densità di attività produttive in Europa. E ciò è avvenuto anche negli anni della crisi, pur in presenza di una massiccia emorragia di imprese a causa della crisi. Il tessuto produttivo dell’Italia, semmai, risulta uno dei più frammentati tra le economie europee.
Un quadro d’insieme giunge dal rapporto Noi Italia 2016 dell’Istat. Insomma, la crisi ha influito, e non poco, considerato il drastico calo del numero di imprese registrato nel corso degli anni. Eppure il sistema produttivo italiano è apparso nel complesso vivace al cospetto di una cospicua presenza di micro imprese che dominano, in particolare nel settore dei servizi. il panorama delle attività del nostro sistema economico.
Questo, però, cela un altro significato. Vale a dire, come scrive l’Istat, “la tendenza alla diminuzione dell’intensità industriale con organizzazioni più complesse di dimensioni medie”. Nell’Unione europea operano 44,6 imprese dell’industria e dei servizi privati ogni mille abitanti, con una densità altamente variabile tra i 28 paesi. La differenza sostanziale, dicevamo, risiede nelle dimensioni.
Tra le principali economie, sono la Germania e il Regno Unito a presentare le imprese mediamente più grandi (e al tempo stesso quote più basse di lavoratori indipendenti). In Italia, invece, è più consistente la vocazione imprenditoriale dei singoli. Già l’Eurostat – l’ufficio statistico dell’Unione europea – ha collocato l’Italia ai primi posti per presenza di micro imprese. Ci posizioniamo, su questo fronte, solo alle spalle della Grecia.
La notizia positiva riguarda il 2015, anno in cui è stata osservata un’inversione di tendenza. Il ritmo di crescita delle imprese italiane è tornato ai livelli precedenti alla crisi economica, come certificato da Unimpresa. E questo anche grazie al contributo di quelle under 35. Il saldo delle aziende create da under 35 (+66.209 unità), infatti, ha superato l’intero saldo annuale (+45.181). Nel totale le imprese giovanili attive in Italia sono oltre 623 mila, pari al 10,3% del totale delle aziende registrate al 31 dicembre 2015.