Lʼandamento dellʼindustria del lusso
Nonostante le difficoltà economiche l’industria del lusso è uno dei segmenti che meglio ha retto l’impatto della crisi. Lo dimostrano i dati che, negli anni, si sono susseguiti: mentre alcuni settori di attività economica o specifici comparti registravano vendite e fatturati in calo, l’industria del lusso registrava al contrario valori in crescita.
Al nostro paese appartiene quasi un terzo del lusso mondiale (che vale 222 miliardi di dollari di fatturato generato dalle vendite dei primi cento gruppi al mondo, +3,6%). In altre parole l’Italia, con 29 aziende nella “top 100”, è il primo paese per numero di aziende nel settore.
La classifica è stata stilata da Deloitte, nel consueto rapporto Global Powers of Luxury Goods. Tuttavia, viene anche spiegato, le aziende italiane contribuiscono in quota inferiore sul fatturato: solo il 17% legato ai i beni di lusso della “top 100”. Il motivo? La struttura delle società che operano in questo segmento è a carattere soprattutto familiare (24 su 29 aziende) e la dimensione più ridotta (1,3 miliardi di dollari di ricavi dalle vendite rispetto, ad esempio, ai 5,2 miliardi di dollari delle aziende francesi). Ad allargare l’orizzonte c’è un ulteriore “però”.
Se negli anni della crisi si è assistito ad una rapida risalita dopo un calo fisiologico dettato dall’avvio della crisi economica (già nel 2010 era stata rilevata un’importante crescita del fatturato e, ancora nel 2014, il settore chiudeva l’anno in positivo), di recente il rallentamento globale e degli emergenti in particolare pare stia avendo ripercussioni sull’industria del lusso. A preoccupare, infatti, è anche l’andamento dei cambi.
Nel 2015 i risultati sono stati comunque soddisfacenti sebbene il trend dell’Asia non proprio esaltante, ma i dubbi riguardano anche la struttura del mercato. Si ricorre sempre più spesso all’e-commerce che, insieme alla crescita del turismo, favorisce una maggiore attenzione dei consumatori sui prezzi, condizionandone i comportamenti.
Secondo il Monitor Bain/Altagamma, il mercato globale dei beni personali di alta gamma nel 2015 si è attestato su un valore di 253 miliardi di euro, in crescita del +13% a tassi correnti (del +1% a tassi costanti). Nel primo trimestre del 2016 il mercato ha mantenuto sostanzialmente lo stesso ritmo. La crescita per i prossimi anni, insomma, è attesa ad un tasso moderato (tasso medio annuo del 2-3%) e si punta molto sul traino della Cina e dei consumatori cinesi.