Lʼincertezza economica in Europa
Tra gli effetti immediati della Brexit, l’incertezza economica che riguarderà tanto il Regno Unito quanto l’Europa. Le agenzie di rating stanno già valutando i rischi connessi a tale stato di incertezza (Moody’s, ad esempio, ha tagliato da stabile a negativo l’outlook del debito). Anche le elezioni spagnole, in aggiunta, hanno provocato preoccupazioni e timori tra gli osservatori.
Se nel Regno Unito ora l’incertezza è soprattutto economica (ad esempio in termini di accordi commerciali da rinegoziare), in Spagna l’incertezza politica – che sembra proseguire l’indomani del voto – può avere ripercussioni anche sull’economia. Le maggiori preoccupazioni degli imprenditori britannici riguardano il tasso di cambio, che che può avere conseguenze sulle scelte dei consumatori.
L’economia spagnola, pur presentando ritardi accumulati negli anni della crisi (il mercato del lavoro è tra gli indicatori che ha sofferto di più), sta registrando una risalita interessante, tuttavia a ritmi piuttosto altalenanti. Ad esempio, nel mese di aprile, gli ordinativi dell’industria sono tornati a crescere, mentre il fatturato è risultato in calo. Ma nel complesso anche gli ordini hanno evidenziato un calo su base tendenziale.
Il mercato del lavoro è in lieve ripresa, pur mantenendosi il tasso di disoccupazione tra i più alti dell’Eurozona (sopra il 20%). Il numero delle persone senza lavoro è diminuito al di sotto dei quattro milioni, per la prima volta da sei anni e il turismo è il settore che in questo periodo sta trainando la risalita occupazionale.
Il problema maggiore in Spagna resta la disoccupazione di lunga durata, vale a dire la condizione che interessa tutte quelle persone alla ricerca di un impiego, senza però trovarlo, da un anno o anche oltre. Secondo un recente studio Grecia, Spagna e Croazia sono i paesi dell’Ue in cui la quota di disoccupazione di lungo periodo pesa di più. Al contrario, in Gran Bretagna si registra in questo senso un valore tra i più bassi in Europa.
Il Pil spagnolo è cresciuto nel 2015 del 3,2%, quale sarà il ritmo nel 2016 è ora più difficile da pronosticare (+2,6% secondo le previsioni iniziali). Le attuali condizioni politiche, l’esito del referendum britannico in particolare, sembrano ora rimettere tutto in discussione e si temono ripercussioni negative anche sull’Eurozona, la cui crescita può essere messa a dura prova dalla Brexit. La Bce (Banca centrale europea) non aveva fatto mistero di essere pronta ad un’ulteriore iniezione di liquidità se le condizioni avverse lo renderanno necessario.