Giovani e lavoro negli anni della crisi
Nell’ultimo trimestre del 2015 il tasso di disoccupazione giovanile si è attestato al 38,8%, circa il doppio rispetto alla media dell’Unione europea e al terzo posto tra le quote più elevate dell’Ue, dopo Grecia (con un tasso di disoccupazione giovanile del 48,5%) e Spagna (con il 46,4%).
Da uno studio del Centro studi Impresa Lavoro emerge inoltre che tra il 2007 ed il 2015 il tasso di disoccupazione giovanile è aumentato del 17,4%, passando appunto al 38,8% dal 21,4% dell’anno alla vigilia della crisi economica. Anche confrontando tale variazione, l’Italia occupa il terzo gradino del podio, nuovamente alle spalle di Spagna (con un +27,4%) e Grecia (+26,5%).
Preoccupante anche il dato relativo al tasso di inattività giovanile, ovvero il NEET rate (i neet sono quei giovani che non studiano e non lavorano e nemmeno cercano un’occupazione). Nella classifica europea l’Italia ha infatti occupato il primo posto sia nel 2007 che nel 2015. Lo scorso anno il tasso di inattività nel nostro Paese si è attestato al 26,9%, contro il 24,7% della Grecia e il 22,7% della Spagna e il 16% della media Ue.
Rispetto al 2007, quando il NEET rate si attestava al 19,5% – dato che, come anticipato, anche all’epoca ci fece ottenere il vertice della classifica avanti a Slovacchia (con il 17%) e Grecia (con il 16,4%) -, si è registrato un aumento del tasso di inattività giovanile del 7,4%: il secondo aumento più elevato nell’unione europea. In questo caso in cima alla triste classifica troviamo la Grecia con un aumento dell’8,3%, mentre al terzo posto c’è la Spagna, con un +6,8%.