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Lavoro: rallenta la crescita dei voucher

L'utilizzo dei tagliandi rimane comunque molto frequente soprattutto nel confronto con gli anni precedenti
di Redazione

Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, sostiene che la norma sui voucher “vada modificata e che ne vada drasticamente limitato l’uso”, impedendone il ricorso alle imprese “che hanno i contratti di lavoro”.

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L’utilizzo dei voucher – ovvero il buoni lavoro acquistati dal committente che vale dieci euro, di cui il compenso netto per il lavoratore è pari a 7,5 euro, mentre il resto viene ripartito tra contributi, INAIL e gestione del servizio – è aumentato notevolmente negli ultimi anni, anche a ritmi vertiginosi: un’indagine della UIL sottolinea che i voucher venduti sono passati dai 535.985 del 2008 ai 145.367.954 del 2016, pari ad un incremento del 27.000%.
Di recente, però, si è osservato un rallentamento nella crescita dei voucher: secondo i dati dell’INPS, a gennaio 2017 sono stati venduti 8,9 milioni di voucher dal valore nominale di 10 euro (a gennaio 2016 ne furono venduti 8,5 milioni). L’incremento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno è stato dunque contenuto (+3,9%).
L’INPS osserva che “la forte flessione nella crescita, sempre più marcata a partire da ottobre 2016” può essere riconducibile anche agli gli effetti del decreto legislativo con cui sono stati introdotti obblighi di comunicazione preventiva in merito all’orario di svolgimento della prestazione lavorativa”.
A differenza di quanto accade in altri Paesi europei – in Austria, Belgio e Francia, ad esempio –, dove i tagliandi vengono utilizzati per favorire l’emersione dei mini-lavori altrimenti in nero (specialmente quelli domestici), in Italia la recente riforma Fornero aveva permesso l’utilizzo a più comparti e settori di attività economica.
Un’indagine della CNA – l’analisi è dello scorso anno – rivela che i settori che fanno maggiormente ricorso ai voucher sono il commercio (18,2%), i servizi (14%), il turismo (12,3%) le manifestazioni sportive (9,1%), il giardinaggio e le pulizie (7,6%), le attività agricole (7,3%) e i lavori domestici (2,6%).
Non tutti i buoni vengono riscossi nell’anno di acquisto, però. La riscossione potrebbe avvenire in seguito. Dal 2008 al 2015, sostiene una ricerca INPS-Veneto, due milioni e mezzo di lavoratori italiani sono stati pagati con 277 milioni di voucher da 10 euro lordi.

 

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