Aumentano gli occupati e i disoccupati. Perché?
Il tasso di disoccupazione nell’Eurozona (9,1%) e nell’Unione europea (7,7%) si mantiene a luglio su livelli stabili rispetto al mese precedente, ad ogni modo rispettivamente ai minimi dal febbraio 2009 e dal dicembre 2008. L’Italia mantiene un tasso di disoccupazione relativamente alto, tuttavia distante dai valori registrati in Spagna (17,1%, ma con un decremento tra i più elevati: era al 19,6% un anno fa) e Grecia (21,7% a maggio).
Per l’Italia si tratta di un lieve aumento (+0,2% su base congiunturale). La stima delle persone in cerca di occupazione a luglio, informa l’Istat, cresce del 2,1% (+61 mila) e l’aumento della disoccupazione è attribuibile esclusivamente alla componente femminile e interessa tutte le classi di età, mentre si registra una stabilità tra gli uomini.
Il dato non deve però indurre in errore. Il tasso di disoccupazione, come già ricordato in altre occasioni, considera il numero di persone che cercano lavoro sul totale della popolazione attiva, senza però trovarlo. Contestualmente è cresciuta la stima degli occupati dello 0,3% (+59 mila) e il tasso di occupazione è salito al 58%.
In altre parole la crescita sia del tasso di disoccupazione che del tasso di occupazione può essere accolta favorevolmente, segno anche di un’accresciuta fiducia sulle possibilità di trovare un impiego. Molto più che i dati sembrerebbero andare proprio in questa direzione: gli inattivi – le persone che non fanno parte delle forze di lavoro, ovvero quelle che l’Istat non classifica come occupate o in cerca di occupazione – sono diminuiti di 115 mila unità (-0,9%).
Se si guarda alle fasce di età, il tasso di disoccupazione resta stabile al 17,3% tra i 25-34enni e cala lievemente quello di inattività, al 25,9%. Nella classe 35-49 anni, che registra sul mese una perdita di 20 mila unità tra gli occupati (l’unica a non evidenziare un aumento del tasso di occupazione), il tasso di disoccupazione si attesta al 9,1%, quello di inattività al 19,6%, confermando perciò le maggiori difficoltà per le componenti più giovani.