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I flussi migratori in Italia

Un fenomeno in costante crescita è l’immigrazione di cittadini africani, mentre diminuiscono gli asiatici
di Redazione

Checché se ne dica nell’arco dell’ultimo decennio le immigrazioni sono diminuite del 43%, passando dalle 527 mila del 2007 alle 301 mila del 2016. Al contrario, le emigrazioni sono praticamente triplicate, aumentando da 51mila a 157mila. È quanto emerge dalle ultime rilevazioni dell’Istat. Nel resoconto – intitolato Migrazioni internazionali e interne della popolazione residente – l’Istituto nazionale di statistica spiega poi che “nel 2016 il saldo migratorio netto con l’estero torna a crescere di oltre 10mila unità, raggiungendo quota 144mila (+8% rispetto al 2015) per effetto del maggiore aumento delle immigrazioni rispetto alle emigrazioni”.

Lo scorso anno, infatti, le immigrazioni (ovvero le iscrizioni in anagrafe dall’estero) sono aumentate del 7% rispetto al 2015, toccando le 301 mila unità. Ancora oggi si conferma la comunità rumena quella più numerosa che, con 45mila iscritti, si piazza avanti ai 15mila pakistani, ai 15mila nigeriani, ai 15mila marocchini, ai 13mila albanesi e ai 12mila cinesi.
Un fenomeno in costante crescita è l’immigrazione di cittadini africani. Solo nel 2016 si è registrato un aumento di addirittura 161 punti percentuali dei cittadini provenienti dalla Guinea e di 73 punti di cittadini ivoriani. In crescita del 66% i nigeriani e del 37% i ghanesi. Trend contrario, invece, per le immigrazioni da paesi asiatici: per i cingalesi si è registrato un -18%, per i cinesi un -17%, per i bengalesi un -14%, mentre per gli indiani la flessione è stata dell’11%.
Per quanto riguarda invece le emigrazioni, nel 2016 l’Istat ha registrato una aumento sull’anno precedente del 7%. Un aumento, spiega l’Istituto, legato “esclusivamente alle cancellazioni di cittadini italiani (+12%)”. “Gli emigrati di cittadinanza italiana nati all’estero – si legge nella nota – ammontano a circa 28mila (+19% rispetto all’anno precedente): il 50% torna nel Paese di nascita, il 43% emigra in un Paese dell’Unione europea, il restante 7% si dirige verso un Paese terzo non Ue”.
Dai dati emerge un aumento piuttosto consistente delle emigrazioni dall’Italia di laureati (+9% sul 2015), anche se, con 25mila unità, gli emigrati con un titolo di studio elevato risultano ancora inferiori rispetto a quelli con un titolo di studio-medio basso (56 mila).

 

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