Giovani e adulti, chi sono i social-dipendenti
Si stanno rapidamente diffondendo, soprattutto negli Stati Uniti, i centri per il trattamento delle dipendenze da social media dei giovanissimi con rette che possono arrivare anche fino a 50 mila dollari. Nonostante non sia ancora una patologia certificata, il legame che soprattutto i giovani hanno con i social sembra allarmante: secondo l’analisi di Common-Sense Media, un’organizzazione che monitora l’uso dei social media, il 50% dei ragazzi americani si sente dipendente da telefonini e tablet, con un uso che va dalle 6 alle 7 ore al giorno. In Italia la situazione non è diversa.
Secondo un sondaggio condotto su 500 persone dall’Associazione Di.Te che si occupa di dipendenze tecnologiche, prevenzione e cyberbullismo, il 79% dei ragazzi di età compresa tra i 15 e i 20 anni non riesce a staccarsi da smartphone e tablet per più di tre ore neppure di notte, con il 51% che controlla le notifiche del proprio cellulare più di 75 volte al giorno. Tra tutti i social quello che, secondo uno studio della Royal Society for Public Health e dello Young Health Movement basato su quasi 1500 giovani britannici tra i 14 e i 24 anni, crea più dipendenza è Instagram, con intervistati che dichiarano addirittura di aver avuto episodi di panico nei casi in cui non potevano controllare le notifiche e gli aggiornamenti.
Per episodi del genere, la “dipendenza” è stata classificata come disturbo con la sigla IAD – Internet Addiction Disorder – ed è stato coniato un termine per descriverne i sintomi, nomofobia ovvero la paura di non avere con sé il cellulare e di non poterlo controllare. Legate a questi “sintomi”, le preoccupazioni legate all’assuefazione da social non riguardano in modo specifico le ore trascorse online, che per essere patologica si parla di 7-9 ore connessi al giorno, ma si può parlare di dipendenza patologica se il web si sostituisce alla vita reale e non si integra con essa. Si fa riferimento quindi ad un abuso di internet che comporterebbe problemi reali quali isolamento sociale, disturbi del sonno e depressione. I sintomi si ascrivono in modo particolare agli adolescenti, ma l’utilizzo eccessivo e scorretto di internet coinvolge anche gli adulti. Sempre secondo i dati dell’Associazione Di.Te, il 49% degli over 35 dichiara di non saper stare senza cellulare, controllando le notifiche o messaggi almeno 43 volte al giorno.
Più significativi sono i dati che emergono da un’indagine condotta nel 2016 su un campione di 50 mila persone di 31 paesi tra i 18 e i 75 anni dal Global Research Centre di Deloitte secondo cui il 57% degli intervistati controlla il cellulare entro 22 minuti dal risveglio, il 59% controlla il proprio smartphone più di 200 volte al giorno, l’80% si addormenta col cellulare in mano e l’83% legge le mail durante la notte, proprio per la perenne incapacità di disconnettersi.