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Tra scetticismo e preoccupazioni, cosa pensano gli italiani dell’Unione europea

Il 60% dei cittadini europei ritiene che l'appartenenza del proprio paese all'UE sia una cosa positiva, tra gli italiani la quota di quanti sono d'accordo scende al 39%. I punti salienti dell'ultimo Eurobarometro
di Redazione

In queste settimane di stallo post voto l’Europa è stata a lungo al centro del dibattito politico. Chi intende riformarla, chi vorrebbe addirittura non farne più parte, chi la ritiene invece la soluzione ai problemi. Ricevuto l’incarico dal presidente della Repubblica di formare il nuovo governo, il professor Giuseppe Conte ha confermato ha confermato «la collocazione europea e internazionale dell’Italia». Ma cosa pensano, davvero, gli italiani dell’Europa?

Per rispondere alla domanda è opportuno dare un’occhiata all’ultimo Eurobarometro, l’annuale sondaggio realizzato dal Parlamento europeo per misurare la popolarità delle istituzioni comunitarie. Anche nell’edizione 2018, per quanto riguarda il nostro paese, si registra una considerevole dose di euroscetticismo. Infatti, se in generale il 60% dei cittadini ritiene che l’appartenenza del proprio paese all’UE sia una cosa positiva (si tratta di un livello record nonostante alcuni eventi “traumatici” quali la Brexit), in Italia appena il 39% degli intervistati afferma di pensarla allo stesso modo. Il 44%, invece, sostiene che l’Italia abbia beneficiato dell’appartenenza all’UE. In entrambi i casi, tuttavia, si registrano dei lievi incrementi rispetto alle precedenti rilevazioni.

La sensazione, restando al caso italiano, è che molti cittadini percepiscano una netta distanza tra i palazzi di Bruxelles e i problemi reali. In qualche modo sembrerebbe confermarlo il l 53% degli italiani secondo i quali «sapere di avere un presidente della Commissione scelto dal Parlamento li renderebbe più propensi ad andare a votare e il 68% sostiene che avrebbe senso se tale processo fosse accompagnato da un dibattito reale sulle questioni europee e sul futuro dell’UE». Non è casuale, quest’ultimo dato. A un anno dalle elezioni europee emerge che quattro italiani su dieci sono in qualche modo informati sulla data dell’appuntamento elettorale. In particolare il 28% ha risposto “a maggio”, mentre l’11% ha risposto nel “2019”.

Dall’Eurobarometro, emerge ancora che «il 42% degli italiani vorrebbe attribuire al Parlamento europeo un ruolo più importante, mentre il 28% ne vorrebbe i poteri diminuiti, con un 18% che preferisce la situazione attuale. Il 34% dice di avere un’immagine positiva dell’istituzione, mentre il 22 ne ha una negativa».

Sui temi da affrontare durante le campagne elettorali, le priorità non differiscono troppo. Quasi la metà degli europei (49%) cita la lotta contro il terrorismo e a seguire la disoccupazione giovanile (48%), l’immigrazione (45%) e questioni legate all’economia e alla crescita (42%). Per gli italiani, invece, i temi più importanti sono l’immigrazione (66%), la disoccupazione giovanile (60%), l’economia e la crescita (57%) e la lotta al terrorismo (54%). «Il 56% degli intervistati – si legge nella sintesi dell’Eurobarometro – pensa che sia necessario un vero cambiamento e che tale cambiamento possa essere portato dai movimenti e dai partiti anti establishment ma, allo stesso tempo, sette europei su dieci credono che solo essere contro qualcosa non migliori nulla (a pensarla così anche il 67% degli italiani)».

 

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