Donald Trump, la Nato e le spese militari
Europa, e in particolare Germania. Appena arrivato a Bruxelles per il vertice Nato (in programma oggi e domani), il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha subito preso di mira Berlino: «La Germania è prigioniera della Russia sull’energia e poi noi dovremmo proteggerla dalla Russia, ce lo spieghi. Ci sono paesi come la Polonia che invece non accetterebbero il gas russo perché sarebbero prigionieri della Russia». Prima di atterrare a Bruxelles, via Twitter, l’inquilino della Casa Bianca aveva esteso il ragionamento all’UE: «L’Ue ha reso impossibile alle nostre aziende fare affari in Europa e poi vogliono che li difendiamo e che paghiamo per questo. Così non funziona». Il nodo, come appare del tutto chiaro, è proprio il contributo alla spesa per la difesa.
In effetti Trump ha le sue buone ragioni. Per quanto nel 2014 si sia deciso di aumentare le spese destinate alla difesa nell’arco di un decennio (al 2% del Pil) ad oggi la fetta più consistente dell’impegno nella Nato è appannaggio degli Stati Uniti, mentre gli gli alleati – escluse poche eccezioni – sono parecchio indietro. Per rendere meglio l’idea basta prendere in considerazione i dati della stessa Nato: per la difesa nel 2017 la Germania ha speso l’1,22%, gli Stati Uniti il 3,58% (l’Italia si attesta all’1,13%).
C’è un però: per quanto appaia oggi difficile che tutti gli alleati riescano a centrare l’obiettivo del 2% entro il 2024, il trend generale ha registrato comunque un incremento negli ultimi anni. Nel solo 2017, gli alleati europei e il Canada hanno aumentato i budget per la difesa di quasi il 5%, ad un ritmo superiore rispetto agli aumenti osservati già nel 2015 e nel 2016. A inizio anno, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, più o meno confermò: «Le cifre indicano che 15 dei 29 membri della Nato raggiungeranno l’obiettivo tra sei anni, con tutti i Paesi dell’Alleanza che hanno aumentato la spesa per la Difesa in risposta alle sfide in Europa e altrove».
Come si è arrivati a questo punto? La Nato fu fondata nel 1949 per contrastare l’Unione sovietica in Europa, in pratica un sostegno agli Stati Uniti nel Vecchio contintente durante la Guerra fredda. A partire dagli anni ’90, però, con la caduta dell’URSS, cominciarono i tagli alla spesa militare nonostante l’impegno (già preso all’epoca) del 2%, esclusi gli Usa che avrebbero continuato a destinare una quota superiore al 3%. Nel 2014 si decise di incrementare di nuovo il budget alla luce di quanto accadde in quel periodo, in particolare la crisi ucraina. Ma anche l’instabilità del Mediterraneo, gli attentati terroristici in Francia e Belgio (e il contrasto all’Isis) sono stati elementi che hanno contribuito ad alimentare il dibattito.