Su la pressione fiscale nel terzo trimestre 2018, giù il potere d’acquisto
La pressione fiscale potrebbe crescere nel corso del 2019. Intanto l’Istat, nel terzo trimestre del 2018, rileva una crescita che è stata pari al 40,4%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E dal report su Conto trimestrale delle amministrazioni pubbliche, reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società, possiamo trarre un primo bilancio sull’impatto delle turbolenze dei mercati e spread alto che si verificarono nel periodo considerato: «L’incidenza del deficit delle Amministrazioni pubbliche sul Pil – spoega infatti l’Istat – ha segnato nel terzo trimestre un miglioramento marginale (pari a 0,1 punti percentuali rispetto al corrispondente trimestre del 2017), poiché l’aumento dell’avanzo primario è stato quasi completamente bilanciato dalla crescita della spesa per interessi (salita di circa 1,7 miliardi rispetto al terzo trimestre 2017)».
Nel terzo trimestre 2018 il reddito disponibile lordo delle famiglie consumatrici è aumentato dello 0,1% rispetto al trimestre precedente. A fronte di un aumento del deflatore implicito dei consumi pari allo 0,3%, il potere d’acquisto è diminuito dello 0,2%. La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici, calcolata come rapporto percentuale tra il risparmio lordo e il reddito disponibile lordo corretto per tener conto della variazione dei diritti netti delle famiglie sulle riserve tecniche dei fondi pensione, nel terzo trimestre 2018 è stata pari all’8,3% (-0,2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente). Tale flessione deriva da una crescita della spesa per consumi finali più sostenuta rispetto a quella registrata per il reddito disponibile lordo (+0,3% e +0,1% rispettivamente).
Il tasso di investimento delle famiglie consumatrici, calcolato come rapporto tra gli investimenti fissi lordi e il reddito disponibile lordo corretto, nel terzo trimestre del 2018 è stato pari al 6%, 0,1 punti percentuali più alto rispetto al trimestre precedente, a fronte di una crescita degli investimenti fissi lordi dell’1,2% e del già segnalato aumento dello 0,1% del reddito lordo disponibile.
Il reddito disponibile delle famiglie – è il commento dell’Istat al riguardo – ha segnato un incremento modesto (+0,1%), dopo quello decisamente marcato del trimestre precedente. La pur contenuta dinamica dell’inflazione ha così determinato un calo congiunturale del potere d’acquisto (-0,2%). A fronte di tali andamenti, le famiglie hanno mantenuto, grazie a una lieve riduzione della propensione al risparmio, un livello quasi inalterato dei consumi in volume.
(fonte: Istat)