La protesta dei pastori sardi contro il prezzo del latte
Un litro di latte viene pagato circa 60 centesimi al litro. La denuncia di Coldiretti: «Un’elemosina che non copre neanche i costi di allevamento e spinge alla chiusura 12 mila allevamenti»
Minacciare di bloccare i seggi elettorali in vista delle elezioni regionali in Sardegna del prossimo 24 febbraio: a tanto sono arrivati i pastori sardi, in protesta da alcuni giorni a causa del prezzo del latte ovino acquistato dalle aziende casearie a cifre ritenute troppo basse.
Sul tema è intervenuto il premier, Giuseppe Conte: «Da giorni i pastori sardi sono scesi in strada e stanno protestando contro i prezzi del latte. La loro protesta e le loro istanze non possono rimanere inascoltate. Occorre comprendere subito le loro ragioni». A quanto ammontano le cifre contestate dai pastori? Un litro di latte viene pagato circa 60 centesimi al litro, «una elemosina che non copre neanche i costi di allevamento e di alimentazione e spinge alla chiusura i 12 mila allevamenti presenti in Sardegna», è la denuncia di Coldiretti.
In Sardegna, spiega la Coldiretti, si trova il 40% delle pecore allevate in Italia che producono quasi tre milioni di quintali di latte destinato per il 60% alla produzione di pecorino romano (Dop), ma riconosciuti dall’Unione europea ci sono anche il Fiore Sardo Dop e il Pecorino Sardo Dop. Nello specifico, prosegue Coldiretti, la Sardegna è «nel Mediterraneo la terra in cui è più alta la concentrazione di pecore: quasi due ogni abitante, 2,6 milioni di animali per 1,5 milioni di persone con il risultato che le forme paesaggistiche dell’Isola dipendono dal fatto che ben il 70% del territorio è destinato al pascolo dal quale gli animali traggono alimento». Negli ultimi dieci anni, in Italia, è scomparso un milione di pecore «per colpa di scelte industriali irresponsabili».
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