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Le priorità nel lavoro, a cosa aspirano i millenials

Considerate le tante difficoltà occupazionali, l’opportunità di crescita e lo smart working sono ad oggi dei punti fermi. Lo spiegano alcune ricerche condotte tra gli under 35

di Redazione

I millennials sono la generazione degli under 35 che ad oggi rappresentano il 30% della popolazione e che – se di fatto già non lo sono – dovranno rappresentare il ricambio della forza lavoro di un paese. Sono una generazione caratterizzata tendenzialmente da alti livelli di istruzione, internazionale,  disponibili alla mobilità, che padroneggiano meglio le lingue e gli strumenti tecnologici. E soprattutto sono una generazione che dal punto di vista lavorativo rappresentano una rottura rispetto alla precedente  per quel che riguarda i parametri di scelta di un lavoro: a causa anche della crisi economica e di diverse dinamiche legate al mercato sono consapevoli di non poter avere la retribuzione e un contratto a tempo indeterminato quali criteri principali per le proprie decisioni.

Ciò non toglie che i millennials hanno una precisa idea di lavoro: meritocratica, poco gerarchizzata, incline a valorizzare le potenzialità professionali. Vedendo le prime esperienze professionali come un trampolino di lancio e un bagaglio di esperienze, i giovani preferiscono puntare su un’azienda che offra buone prospettive di carriera e una gestione autonoma degli orari di lavoro. È così sintetizzabile l’identikit che emerge da due recenti ricerche, l’indagine di Force e l’indagine 2018 dell’Osservatorio Generazione Z, Millennials, lavoro e welfare aziendale promossa da Edenred e Orienta. Secondo i dati i Millennials accetterebbero lavori che, anche a discapito di una parte di stipendio, assicurino programmi di smart working, gestione autonoma e flessibile degli orari di lavoro e progetti di nomadismo digitale. A queste caratteristiche di occupazione ideale, si aggiungono la preferenza di un lavoro intellettuale più che manuale e per l’impiego dipendente
– che sia ad esempio per una rinomata multinazionale o per una sturtup – purché preveda avanzamenti di carriera.

Nello specifico secondo la ricerca di Force Manager per il 52% dei millennial italiani benefit e lavoro agile contano di più della cifra indicata nella busta paga, tra i benefit il 65% degli intervistati apprezzerebbe programmi di socializzazione e programmi di wellness. Mentre secondo l’indagine Edenred e Orienta, il principale criterio per la scelta dell’impiego resta un ambiente capace di valorizzare le personali potenzialità, per più di otto lavoratori su 10, segue la possibilità di crescita personale e al terzo posto una buona retribuzione.

I dati delle due ricerche, che si basano su diversi campioni di intervistati a livello italiano, trovano conferma anche negli studi a livello globale: da PWC che ha coinvolto 44.000 millennials, è emerso che sul lavoro i giovani intervistati reputano prioritari l’equilibrio tra vita personale e professionale, l’uso intelligente della tecnologia e le opportunità di crescita.

 

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