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Verso le elezioni europee, breve guida al voto

In Italia urne aperte domenica 26 maggio dalle 7 alle 23. Secondo il settimo rapporto dell’Osservatorio Generazione Proteo della Link Campus University, i neomaggiorenni andranno a votare in massa

di Redazione

Come ogni elezione che si rispetti, anche in quelle europee del 23-26 maggio le forze politiche si impegnano a intercettare il voto dei cosiddetti indecisi, ovvero quella porzione di elettorato che evidentemente non ha idee precise sui candidati o sui partiti cui esprimere la propria preferenza. Spesso è una condizione che interessa i più giovani, anche se negli ultimi tempi qualcosa sembra stia cambiando. Secondo il settimo rapporto dell’Osservatorio Generazione Proteo della Link Campus University, che ha intervistato circa 10 mila studenti italiani, a cavallo dei 18 anni, la percentuale di coloro che si dichiarano interessati alla politica registra un aumento significativo, passando dal 30% del 2016 al 41% nel 2019, un rialzo di 11 punti percentuali in tre anni. L’80% dei ragazzi intervistati afferma che andrà a votare per rinnovare il Parlamento di Strasburgo il 26 maggio. Di seguito – vale allora la pena – una breve guida al voto.

Domenica 26 maggio, dalle 7 alle 23, si svolgono le consultazioni per la scelta di 76 europarlamentari (come si è passati a 76 dai precedenti 73 e i passaggi pima che tale numero sia effettivo sono spiegati nel precedente articolo dello speciale dedicato alle elezioni europee 2019), mentre in oltre 3.800 Comuni si rinnovano i sindaci e i consigli comunali.

Cosa si deve fare se è necessario rinnovare la tessera elettorale? Lo spiega il Viminale: «La tessera elettorale si rinnova presso l’ufficio elettorale del comune di residenza; è opportuno che gli elettori che hanno necessità di rinnovare la tessera elettorale si rechino per tempo presso tale ufficio al fine di evitare una concentrazione delle domande nei giorni immediatamente antecedenti ed in quello della votazione; l’ufficio elettorale resterà comunque aperto dalle ore 9 alle ore 18 nei due giorni antecedenti la data della consultazione e, nel giorno della votazione, per tutta la durata delle operazioni di voto, e quindi dalle ore 7 alle ore 23».

La soglia di sbarramento per l’elezione dei membri italiani al Parlamento europeo è fissata al 4% e ogni circoscrizione elegge un numero prestabilito di europarlamentari rispettando i criteri proporzionali, quindi l’assegnazione dei seggi avviene in modo da assicurare alle diverse liste un numero di posti proporzionale ai voti ricevuti. L’Italia usa il voto di preferenza, che dà agli elettori la possibilità di indicare, nell’ambito della medesima lista, da una a tre preferenze (non vale, però, il voto disgiunto). «Determinato il numero dei seggi spettanti alla lista in ciascuna circoscrizione – si legge sul sito del Parlamento europeo –, sono proclamati eletti i candidati con il maggior numero di voti di preferenza».

In generale, però, anche se il voto può prevedere sistemi diversi da paese a paese, gli Stati membri devono comunque rispettare regole comuni, a cominciare dalla ripartizione proporzionale. Non si può escludere, in quei paesi in cui alle politiche nazionali si adotta un sistema di tipo maggioritario – si prenda come esempio il Regno Unito –, che possano emergere risultati discordanti, al di là delle oscillazioni fisiologiche da tenere sempre in considerazione. In Spagna, Portogallo, Francia, Germania, Regno Unito, Ungheria e Romania si vota con le liste bloccate, negli altri paesi si possono invece esprimere le preferenze.

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