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Il valore aggiunto delle imprese italiane

Nel 2016 il valore aggiunto a livello nazionale, generato da imprese dell’industria e dei servizi, cresce del 4,8% rispetto l’anno precedente. La crescita è sostenuta per circa due terzi dal comparto dei servizi

di Redazione

Nel 2016 il valore aggiunto a livello nazionale, generato da imprese dell’industria e dei servizi, cresce del 4,8% rispetto l’anno precedente. Secondo i dati dell’Istat la crescita è sostenuta per circa due terzi dal comparto dei servizi, che risulta essere particolarmente attivo nel Centro Italia, con un aumento del 6,6% rispetto al 2015. Più nello specifico il Lazio traina la crescita del valore aggiunto del settore, rappresentando il 13,3% del valore aggiunto dei servizi in Italia. Nell’economia generale gli incrementi maggiori si riscontrano nel Centro Italia e nel Nord est, aree che registrano rispettivamente +5,8% e 5,2% sul 2015.

La distribuzione del valore aggiunto per aree geografiche rimane comunque invariato rispetto alla precedente rilevazione: il Mezzogiorno contribuisce per il 16,6% del totale, il centro con il 20,7%, il Nord est e Nord ovest pesano rispettivamente 37,5% e 25,35 sul valore aggiunto nazionale. In termini regionali invece le quattro regioni che insieme realizzano più della metà -il 57,4%- del valore aggiunto nazionale sono: la Lombardia, con 196,7 miliardi di euro, il Lazio, 79,2 miliardi, il Veneto, 78,7 miliardi, e l’Emilia Romagna, 76 miliardi di euro. La consistente e repentina crescita del Lazio che rispetto al 2015 ha registrato un +8,3%, ne ha determinato l’avanzamento al secondo posto, anche se la regione che ha registrato la variazione più ampia è il Molise: +8,8%. Mentre a livello territoriale, nel 2016, il 41% dei comuni ha registrato una crescita del valore aggiunto che supera quello della media nazionale. Nello specifico registrano un valore aggiunto superiore alla mediana nazionale tre quarti dei comuni del Nord est, la metà di quelli del Centro e un comune del Sud su tre.

La produttività apparente del lavoro, calcolata come rapporto tra valore aggiunto e numero di addetti, mostra una aumento del 2,3% a livello nazionale, crescita trainata dal 3,4% che ha fatto registrare il Nord est, dove il valore aggiunto positivo si è combinato con una crescita degli addetti inferiore rispetto alle altre aree.

Per quanto riguarda la retribuzione per dipendente, questa rimane sostanzialmente invariata rispetto al 2015, con un incremento più rilevante – dell’1,1% – solo nel Nord est. Al netto di ciò, la retribuzione media in Italia è di 25.900 euro, ma il livello medio di stipendio più alto è registrato nel Nord ovest, dove la retribuzione è mediamente di 29.300 euro. 

(fonte: Istat)

 

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