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Commercio, le conseguenze dei dazi statunitensi sull’export Ue

Sono scattati ufficialmente i dazi Usa su 7,5 miliardi di dollari di export europeo, l’Italia è il quinto paese più colpito soprattutto nel settore agroalimentare. La Coldiretti stima una diminuzione delle vendite del 20%

di Redazione

Alle 00:01, ora locale, sono entrati in vigore i dazi compensativi che gli Stati Uniti sono stati autorizzati ad imporre dal WTO – l’Organizzazione mondiale per il Commercio – per 7,5 miliardi di dollari sull’export europeo. Le misure compensative sono state autorizzate dall’Organo di risoluzione delle controversie del WTO perché, dopo aver giudicato illeciti i sussidi che quattro Stati membri – Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna – hanno concesso alla compagnia aerea Airbus, i paesi non hanno adottato provvedimenti conformi alla sentenza. A loro volta, però, anche gli Stati Uniti sono stati accusati dall’UE di aver finanziato illecitamente Boeing e di non aver interrotto i sussidi dopo la sentenza del WTO. Una decisione dell’Organo di risoluzione delle controversie del WTO sul caso è attesa entro la metà del 2020 e non è escluso un esito analogo.

I paesi dell’Unione europea maggiormente coinvolti e Bruxelles avevano espresso il tentativo di giungere ad un accordo con gli USA e come ha sottolineato anche Cecilia Malmstrom, commissaria UE al Commercio: «L’applicazione di contromisure rappresenterebbe una misura miope e controproducente. Il sistema di risoluzione delle controversie del WTO ha ritenuto sia l’UE sia gli USA responsabili di aver continuato a prestare taluni aiuti illegali ai rispettivi costruttori di aeromobili. La nostra disponibilità a trovare una soluzione equa rimane invariata. Tuttavia, se decidessero di imporre le contromisure autorizzate dall’OMC, gli Stati Uniti non lascerebbero all’UE altra scelta che rispondere nello stesso modo». 

Entro oggi si sarebbe potuto trovare un accordo tra USA e UE, per evitare una guerra commerciale, ma così non è stato.

Quindi sono entrati ufficialmente in vigore i dazi compensativi su 7,5 miliardi di dollari di export europeo, su prodotti e con percentuali diverse: sull’agroalimentare le imposte sono del 25%, del 10% sul settore aeronautico, meccanico e dell’editoria, sanzionati anche il settore della moda e quello ottico.

Secondo le stime del rapporto dell’Ice New York, il peso maggiore dei dazi viene imposto a Francia per il 27,7%, Gran Bretagna, per il 25,9%, Germania, 19,8%, a cui seguono Spagna, Italia e Irlanda.

Le tariffe statunitensi non colpiranno solamente gli Stati direttamente coinvolti nelle sovvenzioni del caso Airbus, ma in modo differente anche altri paesi dell’Ue, questo perché le regole del WTO permettono di imporre dazi compensativi anche in settori differenti da quello direttamente danneggiato dalla concorrenza. 

L’Italia, infatti, vede imporre dazi a prodotti agroalimentari tipicamente Made in Italy, come i formaggi e i salumi, ma dalla blacklist statunitense sono esclusi i vini italiani – colpiti invece quelli francesi – e l’olio d’oliva -vengono imposti dazi solo su quello spagnolo. La scelta di imporre dazi differenziati e mirati, secondo la Coldiretti, testimonia la volontà politica da parte degli USA di dividere il fronte europeo. 

Il non raggiungimento dell’accordo per quanto riguarda l’Italia rappresenta, secondo le stime della Coldiretti, un calo del 20% delle vendite dei prodotti agroalimentari, che in termini monetari, stando alle previsioni del Ministero delle Politiche Agricole, corrisponderebbe a circa mezzo miliardo di euro. 

Solo nella prima settimana dopo la minaccia dei dazi, secondo la Coldiretti, gli acquisti di Grana Padano e Parmigiano negli Stati Uniti sono aumentati del 220%, a fronte però di un calo dell’export previsto tra l’80 e il 90%. 

 

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