Aumentano i matrimoni in Italia, ma ci si sposa più tardi
Aumentano nel 2018 le celebrazioni in tutte le forme: matrimoni, unioni civili e libere unioni. Gli sposi hanno in media 33,7 anni, mentre le spose 31,5
di Redazione
Nel 2018, secondo i dati dell’Istat, in Italia sono stati celebrati 195.778 matrimoni, circa 4.500 in più rispetto al 2017. Lo scorso anno ha infatti seguito il calo tendenziale delle nozze avviato dalla seconda metà degli anni Settanta, trend poi attenuato soprattutto per la crescita dei primi matrimoni: tra il 2017, anno in cui si è registrato il minimo relativo delle prime nozze, e il 2018, l’aumento registrato nel totale dei matrimoni è dipeso quasi esclusivamente dall’aumento dei primi matrimoni che, con 4.370 celebrazioni in più, hanno raggiunto 156.870. Poco più della metà delle nozze sono state celebrate con rito civile, per questo tipo di matrimoni il fattore territoriale è ancora fortemente incisivo: al Nord la quota è del 63,9%, mentre al Sud è del 30,4%.
Continua la tendenza a sposarsi più tardi, attualmente gli sposi al primo matrimonio hanno 33,7 anni, mentre le spose 31,5, rispettivamente in aumento di 1,6 anni e 2,1 rispetto alla media del 2008. La diminuzione dei primi matrimoni tra giovani e il contestuale aumento dell’età media dei neo sposi, sono fattori strettamente legati a una riduzione della popolazione under 35, ma imputabili anche a fattori sociali quali l’aumento delle convivenze prematrimoniali, che quindi tendono a posticipare la data delle nozze. Ma soprattutto alla permanenza nella famiglia di origine dei giovani italiani. Nel 2018 vivono con i genitori il 67,5% dei maschi tra i 18 e i 34 anni e il 56,4% delle femmine, dato in aumento rispetto al 2008. La permanenza prolungata nella famiglia di origine è un fattore determinante perché coincide spesso con l’aumento degli anni di formazione e con la mancanza di stabilità economica dei giovani e quindi con una difficoltà per gli under 35 di sancire l’avvio di una propria famiglia con il matrimonio.
La diminuzione dei matrimoni a cui si assiste da tempo è un dato da mettere in relazione anche con l’aumento delle libere unioni tra celibi e nubili: questa tipologia alternativa al matrimonio è stata scelta da 830 mila coppie nel 2017-2018, contro i 122 mila del 1997-98, contribuendo al totale di 1 milione e 369 mila libere unioni celebrate lo scorso anno. La diffusione delle libere unioni come definizione di famiglia ha incrementato il trend dei bambini nati al di fuori del matrimonio: nel 2017 quasi un neonato su tre ha genitori non sposati, che determina una significativa inversione delle classiche tappe della vita dei giovani.
Tutti questi fattori evidenziano quindi una diminuzione del primo matrimonio in età giovanile, nello specifico tra il 2014 e il periodo tra il 2015 e il 2018 si riduce la quota dei primi matrimoni tra sposi di 16-34 anni sul totale delle nozze celebrate fino ai 49 anni: la percentuale è passata dal 67,9% al 65,5% per gli uomini e dall’80,8% al 78,2% per le donne.
Un dato statisticamente poco incisivo, ma interessante è quello relativo ai matrimoni tra anziani: nel 2018 i matrimoni con lo sposo over 65 sono stati il 3,4%, mentre lo 0,9% quelli che interessano la sposa. In generale la differenza di età tra gli sposi in questi casi è rilevante: quando è lo sposo ad essere over 65, la media è di circa 14 anni. Risultano in aumento anche i matrimonio in cui entrambi gli sposi hanno almeno 65 anni e in un caso su cinque si tratta di prime nozze.
Nel 2018 sono state celebrate anche 2.808 unioni civili, e, come negli scorsi anni, prevalgono unioni tra coppie di uomini, il 64,2% del totale. Anche in questo caso la provenienza geografica è determinante: il 37,2% delle unioni civile è stato celebrato nel nord-ovest.